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Anno edizione: 2017
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All'orrore sono sopravvissute in poche, alla Storia tutte. La drammatica storia vera di Ravensbrück, il campo di concentramento nazista per sole donne.
«La forza e l'eccezionalità di Sara Helm sta nell'aver saputo raccontare la storia di Ravensbrück partendo dai dettagli della vita quotidiana e ricostruendo le biografie delle prigioniere, delle guardie, dei medici del campo: tutto questo dentro la grande narrazione del contesto storico» – la Repubblica
«Un libro innovativo ricco di documenti e testimonianze» – Il Corriere della Sera
«Un racconto davvero coinvolgente» – The Guardian
Maggio 1939. Centinaia di donne – casalinghe, dottoresse, cantanti d'opera, politiche, prostitute –, provenienti da un carcere comune, raggiunsero prima in treno e poi su camion un luogo nascosto nei boschi a nord di Berlino. Attraversarono, poi, gli enormi cancelli di ferro tra gli insulti, le urla, i latrati dei cani e le percosse delle guardie. Erano le prime prigioniere di Ravensbrück, il nuovo campo di concentramento femminile "modello" ideato da Heinrich Himmler. In sei anni vi furono rinchiuse 130.000 donne, provenienti da più di venti Paesi in tutta Europa. Erano di diversa estrazione, nazionalità, credo politico; solo poche tra loro erano ebree: Ravensbrück serviva ai nazisti per eliminare tutti "gli esseri inferiori". Zingare, esponenti della Resistenza, nemiche politiche vere o presunte, disabili, "pazze" dovettero sopportare privazioni, sevizie, malattie, lavori forzati, esperimenti "medici" ed esecuzioni sommarie. Negli ultimi mesi di guerra il lager divenne un campo di sterminio, perché era necessario far sparire in fretta "le prove" della sua reale funzione ed entro l'aprile del 1945 vi vennero trucidate tra le 30.000 e le 90.000 donne, molte con i loro bambini. Per anni, fino alla fine della Guerra Fredda, la verità su Ravensbrück è rimasta nascosta. Grazie a interviste esclusive e documenti inediti, Sarah Helm ci offre una vivida ricostruzione e una testimonianza indimenticabile di uno dei capitoli più tristi della nostra Storia.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
gigantesco lavoro giornalistico, incontri con le sopravvissute ma soprattutto ricostruzione storica con documenti e bibliogradia.Chi settant'anni fa era molto giovane ha dato la sua versione, altre ci hanno lasciato libri e testimonianze ( germaine tillione, grete buber.neumann e non solo ), tutte sono vive in questo libro che parte da quando la guerra non c'era ancora, ma hitler e i campi si.Ogni volta che una delle protagoniste viene mandata alle camere a gas è un lutto per chi legge
Lo sforzo che l'autrice ha compiuto, girando mezza Europa, per raggiungere le ultime sopravvissute e instaurare con loro un rapporto umano è incredibile. E' riuscita a vincere quasi sempre la ritrosia delle "ospiti" dei Lager, che pur essendo vittime spesso si sentivano quasi colpevoli, tanto che per anni spesso non hanno parlato. E' encomiabile l' obiettività con cui tratta gli stessi carnefici, cercando per quanto possibile di capirne le motivazioni. Proprio per questo la denuncia che ne esce è lapidaria: risposta senza possibilità di replica a tutti gli odierni negazionisti. A tratti un po' pesante, ma giustificabile per lo stile quasi più di lavoro storico che di testo di divulgazione. Adatto a tutte le donne e agli uomini di oggi, per non dimenticare.
Una testimonianza precisa e accurata sulle muostrosità del campo di concentramento di Ravensbruck in cui le donne al servizio del Fuhrer sfoderarono una ferocia in molti casi superiore a quella dei maschi stessi. Consigliabile a chiunque sia interessato al fenomeno storico dei campi nazisti
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