Così muore una colomba

Scrivendo questa recensione corro il rischio di ripetermi: infatti credo sia la quarta opera che commento riguardante il simpatico e perspicace commissario Corrado Sivori alla presa, questa volta, con un dramma familiare. Come per gli altri libri, la trama è davvero coinvolgente, arricchita da molti particolari, usanze e dialetti della Genova negli anni ’60; inoltre la narrazione è alternata da pensieri in prima persona dei personaggi principali e anche in questo caso la complessità del caso è elevata e il colpevole difficilmente ipotizzabile. Lo stile è molto curato, i dettagli sono dosati con cura e i personaggi risultano descritti con maestria. Anche la simpatia del commissario, in particolare nei discorsi con la moglie Matilde e l’analisi degli aspetti più profondi del cuore umano, rendono l’opera un giallo davvero degno di nota.

Storia di una donna e dei suoi sogni; di amore, menzogne e tradimenti. Un giallo che tratta una situazione – purtroppo – fin troppo comune, di cui tuttavia non si può anticipare nulla, per non rischiare di rivelare al lettore più informazioni del dovuto e rovinare così la sorpresa di una storia che si svela a poco a poco, fino ad arrivare a un finale molto sentito. La storia è ben intrecciata, così come la parte investigativa che appare ben strutturata e comprende la maggior parte del testo. Lo stile dell’autrice è fluido, condito talvolta da piacevoli virtuosismi (soprattutto nel finale) che agevolano la lettura. I personaggi sono ben caratterizzati e lo sfondo narrativo risulta abbastanza suggestivo, uno spaccato della Genova degli anni ‘60, delineata dall’autrice che ha fornito alcune spiegazioni e curiosità ai lettori. Nel complesso un giallo all’italiana piuttosto godibile, che consiglio senz’altro agli amanti del genere.