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L’autore del libro Così parlò un uomo del sud, Antonio Bonacci, affronta con un’oculata interpretazione le problematiche dell’attuale società, mettendo al centro della trattazione due punti, vale a dire, da un lato, i torti subiti, all’Unità d’Italia, dalle popolazioni meridionali e, dall’altro, una scuola, che “deve impastare pensiero ed emozioni, trasmissione dei saperi e costruzione di nuovi saperi”. Per quanto concerne il secondo punto, la scuola deve svolgere, nell’era della globalizzazione, dove l’uomo è soggetto ad una fragilità quotidiana, un’elevata funzione sociale e non essere soggetta al mercato; una tale funzione non deve mai essere pensata come una prestazione che può andare a pareggio di bilancio. Alla scuola italiana, che è stata, negli ultimi anni, stravolta dalle forze economiche e politiche dominanti, confermando la riflessione di Bauman “i politici sembrano marionette o incompetenti”, deve essere, pertanto, restituita la funzione sociale. Non si può, attraverso la scuola, tutelare l’interesse pubblico, conseguendolo con riferimento alle prestazioni. In tal modo tale interesse si smonterebbe e si sostituirebbe con la commercializzazione di un servizio. Con riferimento alla scuola, il diritto amministrativo prefigura che l’interesse pubblico deve manifestarsi tramite il diritto vissuto non come fine ma come mezzo. Questo è un principio che nell’ultimo ventennio è stato demolito minuziosamente. Trasformare, poi, la scuola in azienda ha l’indiscutibile significato di forgiare le strutture che hanno come fine predominante l’attuazione, in contrapposizione alla “produzione” di un sapere critico, del profitto economico. Ciò avverrebbe, inoltre, in un sistema di spietata concorrenza ed emarginando, in tal modo, socialmente, economicamente e culturalmente i soggetti più deboli e svantaggiati. Oggi si dovrebbe, nella società globale e complessa, condividere e realizzare una scuola che, da un lato, riuscisse a cogliere la realtà e a farla interpretare criticamente, e, dall’altro, aspirasse a un presente proporzionato ai sogni delle nuove generazioni e che per loro immaginasse un futuro possibile e sostenibile. Pietro Boccia
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