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Grace ha solo tredici anni quando suo padre inizia ad abusare di lei, con il beneplacito della madre, ma alla morte di questa, Grace decide che è arrivato il momento di dire basta, e la notte dopo il funerale, a seguito dell'ennesimo stupro, spara al padre e lo uccide. Da quel momento il suo incubo finisce, ma ne inizia uno diverso, più sordido e doloroso, che la vede sotto i riflettori non come vittima e persona che si è difesa dopo mille violenze, ma come colpevole assoluta e lasciva manipolatrice che ha inventato una triste e orribile storia per infangare la memoria dell'uomo. Uno dei libri più intensi e dolorosi che abbia letto negli ultimi anni. Danielle Steel affronta una tematica brutale e attuale - purtroppo - ossia la violenza sulle donne e sui bambini, inserendo anche il tradimento della famiglia, le persone che dovrebbero essere un punto di riferimento e invece si rivelano mostri oscuri dai quali non si può fuggire. Ho scelto questo giorno - la giornata contro la violenza sulle donne - per parlare di questo libro difficile che, ammetto, ho fatto davvero fatica a digerire. All'inizio sono stata tentata di chiuderlo, perché non riuscivo a tollerare certe scene, e lo stesso dolore si è unito a una grande rabbia nei capitoli finali del libro, che mi hanno fatto dire più volte "basta, chiudi tutto". Purtroppo la Steel scrive delle grandi verità, parla di una società che vede la donna come "tentatrice" e non come essere umano che subisce violenze e, spesso, non sa come difendersi; e al danno si unisce la beffa "è stata lei a provocarlo", "è stata lei a inventare tutto". L'autrice ci lancia un messaggio davvero importante e doloroso: la nostra società non è ancora adeguatamente sensibilizzata a certe tematiche (sebbene il libro sia stato scritto diversi anni fa, la situazione purtroppo non è cambiata granché). Leggere questo libro fa davvero male e non è facile, ma proprio per questo mi sento assolutamente di consigliarlo.
Recensioni
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