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Anno edizione: 1975
Anno edizione: 2016
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Come fa un re a evadere dai suoi doveri regali, che gli si manifestano poi per lo più come opprimente burocrazia? È la domanda che balena nella mente non certo complessa di Umberto I, appena gli si presenta l’occasione di trattare direttamente un affare vantaggioso per le incerte finanze della Real Casa, e in più con una misteriosa e altolocata signora tedesca, e oltre tutto in Svizzera, e in incognito! Le delizie dell’incognito sono infatti per lui quanto di più esotico e inebriante possa riservargli la vita: così, ben deciso a difendere la sua temporanea libertà, assistito da un colorito seguito di personaggi di Corte, senza i quali non potrebbe neppure muoversi, Umberto I traversa impavidamente il Gottardo, gettandosi in questa avventura finanziaria e galante, che minaccerà poi di travolgerlo in una sequenza di intrighi e incontenibili equivoci, coinvolgendo persone del tutto impreviste, dall’importuno Kaiser tedesco a un altrettanto importuno giornalista italiano che si spaccia per inglese.
Mai Morselli si è abbandonato così felicemente al suo estro inventivo, escludendo con fermezza qualsiasi sottofondo di ‘tesi’, come in questo romanzo, unica operetta italiana che sembra meritare la musica di Offenbach, deliziosa, esilarante divagazione fra «caminiere, fioriere, corriere e vaporiere», fra ministri, archiatri, ufficiali prestanti e dame gentili, dove oggetti e personaggi sono simultaneamente décor e protagonisti, e dove dell’ispido protagonista, Umberto I, viene offerto un ritratto di tale acutezza che gli storici potrebbero trarne grande profitto, se mai fossero disposti a superare i loro pregiudizi di fronte alla «letteratura». Con ritmo di implacabile sicurezza, scandendo rigorosamente il tempo delle entrate e delle uscite come un perfetto maestro di danza, volgendo gli eventi con delicatezza verso il grottesco, Morselli ha intessuto un romanzo che tiene fede in ogni senso al suo titolo e sembra restituire discretamente alla vita un mondo che forse merita di essere ricordato soprattutto per queste sue imprese pienamente futili.
Tutti i romanzi di Guido Morselli sono apparsi postumi presso Adelphi a partire dal 1974.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Vittorio Emanuele I re d'Italia è oberato da scartoffie e documenti, in una frustrante routine che di lì a poco sarà spezzata in un modo del tutto imprevisto, anche se (già lo si sa dall'inizio) solo temporaneamente. Uno degli Ufficiali di Marina di Sua Maestà, tale Vigliotti, chiede udienza al re per informarlo che un'amica di sua madre sarebbe interessata all'acquisto di una proprietà dei Savoia. Il monarca, fiutando un divertissement, acconsente e decide di svolgere di persona la trattativa, senza intermediari, se non qualche uomo fidato, a puro scopo evasivo. Così, accompagnato dai pochi fedeli prescelti - l'archiatra, il segretario e Vigliotti stesso - parte in incognito per la Svizzera, decidendo di alloggiare in un comune alberghetto, nom distante dalla residenza della donna interessata all'acquisto della proprietà. Il monarca ama profondamente ogni cosa di quei giorni che trascorre tra le Alpi, tutto ciò che agli occhi di una persona normale apparirebbe appunto normale e routinario: la caccia, le ferrovie, l'avventura amorosa con l'acquirente, l'incognito, le passeggiate, la bella fornaia della bäkerei in paese. Ma tutto è destinato a finire, come d'altronde già era risaputo fin dall'inizio, e così, dopo un incidente "tecnico" - taciuto dal suo seguito e fortunatamente passato abbastanza in sordina sulla stampa italiana -, l'evasione arriva al termine e Sua Maestà torna alla sua vita di sempre. Morselli non manca di ironia in questo testo dal gusto spiccatamente ottocentesco. Fa uso di una lingua chiara (e meravigliosa), densa, dove ogni parola ha il suo peso e nulla è lasciato al caso. L'autore non osanna né affonda la figura del monarca, lo prende solo per quello che è: un uomo, coi suoi bisogni e le sue crisi di mezza età. Un autore che conosco poco, ma che apprezzo sempre di più.
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