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Il testo insiste nel voler presentare l'URSS come vicina alla Germania nazista, che l'URSS fosse alla ricerca di un accordo con la Germania hitleriana anche dopo l'aggressione nazista? Su cosa si basa la ripetuta accusa che Stalin volesse scendere a patti con Hitler, dopo l'invasione nazista? Due articoli di giornale russi, dei primi anni '90... e un florilegio, il solito florilegio di titoli e testi tedeschi e americani, di autori post-nazisti tedeschi o neocon americani.. I due articoli russi, sono un articolo scritto da Volkogonov nel 1993, che pare sia stato ripreso nella sua biografia su Stalin, e un'intervista, di due pagine, a un impiegato dell'ambasciata sovietica a Stoccolma... e su questo 'materiale documentario', ci si permette di dire che l'Unione Sovietica cercava di accordarsi coi nazisti, nonostante sia universalmente riconosciuto che i sovietici difficilmente facessero prigionieri tra i nazisti prima di Stalingrado... Altra barzelletta: l'URSS scese a compromessi coi fascisti minori alleati dei nazisti... ciò avvenne solo con Romania e Finlandia, non avvenne cogli ungheresi, gli slovacchi, i croati, ma avvenne coi bulgari, per il semplice motivo che Zar Boris NON dichiarò guerra all'URSS e non inviò soldati bulgari nell'operazione Barbarossa. Ma ciò che tale testo evita di dire è che Mosca si accordò con Bucarest e Helsinki DOPO che fu esclusa dalle trattative tra gli alleati e il governo Badoglio... fu una risposta all'azione malevole dei britannici, soprattutto. Ma tale testo evita accuratamente di indicare tale fatterello, sebbene sia notissimo. E inoltre, la descrizione di Vittorio Emanuele come persona spaurita. confusa, e perfino feroce antibritannico, è più che altro immaginazione. Vittorio Emanuele come suo stile, non si era mai intromesso nelle decisioni dei governi italiani, liberali o fascisti che fossero. Perché dovesse cambiare atteggiamento con Mussolini, fino al momento del crollo italiano, non ci viene mai spiegato da nessuno.
Ricostruzione storiografica delle vicende che hanno portato all'armistizio dell'otto settembre '43, il saggio è basato su fonti di archivio italiane, americane, inglesi e tedesche. In questo modo l'autrice restituisce una narrazione dei fatti che prescinde dalle letture ideologiche che hanno caratterizzato la mitizzazione dell'armistizio, mettendo a nudo le responsabilità di una intera classe dirigente. Leggendo il bel libro di Aga Rossi è possibile rintracciare i prodromi dei vizi e delle debolezze che ancora oggi caratterizzano la politica italiana.
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