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Anno edizione: 2018
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Come sempre il titolo anticipa e rivela il nodo della storia, infatti Julius è il marito di Esme, morto, che come un’ombra aleggia nella vita della vedova, delle sue figlie e di ogni persona che l’ha conosciuto. La sua dipartita, avvenuta in circostanze eroiche, ha avuto conseguenze e ripercussioni sulla famiglia più o meno immediate, che conosciamo pagina dopo pagina. Le dinamiche familiari si intrecciano, i segreti vengono fuori e il tutto si svolge in un fine settimana rivelatore che cambierà le sorti di ogni personaggio. Dettaglio importante in questo libro sono i dialoghi. I discorsi diretti tra i personaggi sono molti e li ho trovati potenti ed intensi. Sono realistici, funzionano bene, e mi hanno dato modo di immaginare tutto nei minimi dettagli, come un film che scena dopo scena si formava nella mia mente. Piccolo appunto che chi lo ha letto comprenderà: il comportamento di Dan nelle scene finali mi ha enormemente infastidita, nonostante tifassi per lui e l’altra persona (che non rivelo per non fare spoiler) 😶 mi sono chiesta in questo frangente quanto sia pesata la vita privata della scrittrice, e la cosa mi ha profondamente rattristata.
Già mi aveva conquistata con la saga dei Cazalet e con questo romanzo non ha fatto che confermare la mia positiva opinione su di lei. Le dinamiche familiari, i fantasmi del passato e le sorprese del presente. La Howard sa raccontare le vite altrui con estrema sensibilità. Io la adoro.
Se il nome Elizabeth Jane Howard non vi è nuovo ma non riuscite a focalizzarlo, sappiate che questa scrittrice è l’autrice della saga dei Cazalet, diventata di successo in Italia l’estate scorsa. All’ombra di Julius ha lo stile inconfondibile della Howard ma il mio primo pensiero, formatosi già durante la lettura, è stato che fosse un’opera immatura rispetto alla saga dei Cazalet. Ho controllato la data della prima pubblicazione ed effettivamente quest’opera è stata scritta 25 anni prima de Gli anni della leggerezza, primo volume dei Cazalet. Come ho detto qualche riga più su, il suo stile è inconfondibile. Ne All’ombra di Julius si nota già quello che sarà imprenscindibile nella saga dei Cazalet: le ottime descrizioni degli ambienti, i personaggi ben caratterizzati, i dialoghi accattivanti, gli intrecci, i pensieri, la vita in campagna e la vita nella grande città, Londra. I punti in comune sono veramente moltissimi. La casa in campagna nel Sussex dove ci si reca con la famiglia ogni week-end, la consapevolezza che per lavorare bisogna spostarsi a Londra e che lì probabilmente i propri partner hanno l’amante, la domestica/cuoca che cucina dei pranzi come se fosse sempre Natale e potrei continuare così per molto ancora. Se All’ombra di Julius non è all’altezza dei Cazalet mi è comunque sembrato di essere tornata a casa, come se in quel momento abitassi con Cressy, Esme, Emma, Felix e Dan e i miei vicini di casa fossero proprio i Cazalet. È stato emozionante e quasi magico rivivere queste emozioni.
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