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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2020
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Bellissimo il libro di Bellone, che riesce scrivere una storia dei modi con cui tutte le teorie scientifiche (compresa la prima di Galilei) hanno sconvolto il nostro senso comune di vedere la realtà. L'umanità vista come immersa in un profondo torpore, che di tanto in tanto qualche scienziato prova a smuovere con una teoria che si approccia alla realtà in maniera razionale e scientifica, al di là di una percezione puramente sensoriale. La scienza quindi come chiave di lettura per interpretare la realtà in maniera meno parziale e antropocentrica, e che mai come oggi si trova tanto distante dalle "senso comune" e da sistemi di pensiero ormai obsolescenti (sistemi filosofici e religioni) per interpretare il mondo. Eppure l'Homo sapiens si è evoluto, è sopravvissuto e si è proliferato affidandosi quasi del tutto ai sensi e all'intuizione che da essi deriva. Questo è vero, ma è anche pur vero che le scienze, in particolare la fisica e le neuroscienze, sono riuscite a far piazza pulita delle qualità “esterne” secondarie degli oggetti (colori, suoni, odori, etc.) e poi di quelle primarie (forme e numeri) e di recente di alcune categorie quali oggetto, spazio e tempo, cioè la realtà, che a detta dell'autore altro non è che "una creazione che il cervello fabbrica, demolisce, ristruttura. Ma che fortuna però: [è proprio] così facendo [che] il cervello a volte riesce a produrre innovazioni efficaci: bussole ed orologi, bisturi e vaccini, eccetera." Vi sembra poco?
Dalle neuroscienze arriva la conferma che ciò che ci appare è molto differente da ciò che realmente c'è intorno a noi.
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