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Il mio primo Schmitt è stato una lettura scorrevole e coinvolgente, ottima per passare qualche piacevole viaggio in treno e interessante dal punto di vista storico e sociale, seppure non originalissimo nella trama. Ho trovato deliziosi i riferimenti all'Odissea e i colloqui del protagonista con suo padre e mi sono affezionata a Saad e alla sua testardaggine. Schmitt ha il dono di raccontare l'orrore con leggerezza e tatto.
L'autore analizza le infinite vicissitudini di un iracheno che arriva ad essere un inutile clandestino. Ecco cosa diviene colui che perde tutto, colui che dopo una strage vuole ricominciare ad alzarsi, a camminare, a correre, ad essere.Una lettura che riesce, attraverso la storia del suo protagonista Saad Saad, a sensibilizzare l’ignorante, l’indifferente, e a gettare luce su una questione scottante.
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