«Fabio Turato ci aiuta a comprendere l'eterogeneità di quei movimenti capaci di mettere in crisi le élite tradizionali fino a conquistare, in molti casi, il governo dei loro Paesi» - Marco Bracconi, la Repubblica
«Secondo l'autore siamo in una fase di transizione verso altre forme di organizzazione politica. Ma nel frattempo la figura del leader, capo popolo e non mediatore d'interessi, favorisce il processo, antidemocratico, di disintermediazione politica» - Il Fatto Quotidiano
«Chiusura e protezione sono i criteri che ispirano l’azione di molti partiti e leader in ascesa, in diversi paesi. Fabio Turato ne fa un’accurata analisi in Capipopolo.» – Libertà
Per i capipopolo il concetto di popolo è collegato alla ridefinizione del concetto di nazione. Il popolo non necessita particolarmente di libertà, in quanto le libertà crescono dove esistono delle differenze e, per questo motivo, il populismo europeo presenta spesso un marcato profilo antipluralista. Le distinzioni fra interessi e valori non risultano così rilevanti, perché ciò che conta è l'unità morale e culturale del popolo, come mostra l'avversione per gli immigrati. La democrazia rappresentativa è spesso disprezzata e le élite sono percepite come corrotte, in quanto solo chi non esercita un potere può definirsi onesto. Leader che si specchiano nel popolo si trasformano nel loro capo in un crescente processo di disintermediazione politica accentuato dalla spettacolarizzazione diffusa dagli old e new media. Anche i partiti si identificano con i leader-presidenti, accentuando l'aspetto e la questione della personalizzazione del potere e l'identificazione fra leader e nazione. Introduzione di Ilvo Diamanti.
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