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Anno edizione: 2017
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In questo libro James Owen Weatherall, docente di Logica e Filosofia della Scienza all'università di California-Irvine, fa la storia del concetto di “vuoto”. Inizialmente ritenuto sinonimo di “nulla”, il vuoto della fisica, ovvero lo spazio vuoto, appare alla luce della moderne teorie un'“entità” fisica a tutti gli effetti, dotata di proprie singolari proprietà. Insomma, ciò che i filosofi chiamano “nulla” è tutt'altra cosa, ammesso che di cosa si tratti. In realtà, l'evoluzione dell'idea di vuoto è l'occasione per l'A. di ripercorrere l'iter della fisica da Newton alla Elettrodinamica Quantistica (QED) e alla teoria delle stringhe, soffermandosi su Maxwell, Einstein e gli sviluppi della meccanica quantistica negli anni '20 del secolo passato. Lo stile è quello dell'erudito che domina dall'alto i concetti che espone con una certa originalità (solo con conoscenze pregresse si colgono certe finezze). La trattazione è comunque stringata e comprensibile. Niente matematica e niente equazioni. Ma anche niente figure (che in varie circostanze è un grave difetto, ad esempio quando si pretende di spiegare a parole senza un supporto grafico il concetto di simultaneità nello spazio di Minkowski). Strano che nessuno spazio l'A. conceda all'energia oscura, argomento che sembrerebbe inevitabile e del tutto pertinente (salvo una noticina circa la “lambda” di Einstein). Pure discutibile che delle 130 pagine di testo, almeno una ventina siano occupate dalla diatriba fra Newton e Leibniz sullo spazio assoluto, solo per concludere che la velocità è relativa e l'accelerazione è assoluta. Piacevoli e precisi i tratti biografici di alcuni dei personaggi citati. Integrazioni importanti al testo le 30 pagine di note. Ben 25 pagine di bibliografia, quasi tutta in inglese.
Una volta era facile parlare del nulla. Beh, no: una volta non si pensava che potesse esserci "il nulla", proprio come non aveva senso parlare del numero zero. Ancora Cartesio non ammetteva l'esistenza del vuoto, e se ci pensate l'etere serviva allo stesso scopo nella meccanica newtoniana, la prima delle teorie fisiche trattate in questo libro; le altre sono l'elettromagnetismo classico, la relatività generale e la meccanica quantistica. Più che al significato fisico del concetto di vuoto (o se preferite del nulla), però, a Weatherall interessa mostrare le sue implicazioni filosofiche; s interessante la lettura che lui fa della diatriba tra Leibniz - che sicuramente il calcolo infinitesimale lo vedeva anche filosoficamente - e Newton, che oggettivamente io credevo meno interessato a tali speculazioni; sicuramente peculiari sono poi le sue interpretazioni della fisica quantistica - ma anche lì possiamo dire che ogni fisico ha le sue idee. Quello che si scopre è che il vuoto è diventato man mano sempre più "pieno", nel senso di avere una certa struttura (o tante possibili strutture come nel caso delle equazioni della relatività, per non parlare della meccanica quantistica). Nel complesso un bel testo anche se non semplicissimo, aiutato dalla buona traduzione di Andrea Migliori.
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