Vincenzo Azzolini
La biografia di Vincenzo Azzolini, governatore della Banca d'Italia negli anni '30, iniziata con l'intento di descrivere le vicende umane e professionali di un personaggio considerato minore dalla storiografia ufficiale e ricordato con un certo imbarazzo (a causa della ben nota vicenda della sottrazione dell'oro dell'Istituto di emissione, da parte dei nazisti) finisce per occuparsi di un aspetto finora trascurato. La fase "liberista" del fascismo, che culminò con l'adozione di "Quota Novanta", trovò terreno fertile nella cultura economica dell'epoca, ancorata agli schemi classici della "teoria quantitativa della moneta". Il giovane Azzolini, che pure era stato allievo di Francesco Saverio Nitti (l'inventore dell'ente pubblico economico in Italia ed il cui segretario era all'epoca Beneduce), a differenza del compagno di studi Giorgio Mortara, maturò dei convincimenti che lo accomunavano agli accademici liberisti come Einaudi ed al "dottrinario" predecessore alla Banca d'Italia, Bonaldo Stringher. Insieme a quest'ultimo, prima ancora di diventare governatore, ebbe un ruolo attivo nell'adozione di "Quota Novanra".
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Anno edizione:2010
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