Frank Westerman usa un linguaggio tra la cronaca giornalistica, la riflessione sociologica (anche se spesso solo abbozzata in forma di domanda) e il romanzo di viaggio per raccontare se sia ancora possibile diventare soldati delle parole e non solo soldati delle armi. La domanda alla base del libro suona alquanto retorica, ma non è detto che porsi domande apparentemente trite e ritrite sia poi un male. Westerman si chiede e ci chiede se sia ancora possibile oggi arginare la violenza delle armi con le sole parole. Come tutte le domande retoriche non ha una risposta la cui verità sia ultima e definitiva: la bellezza di questo libro è nel lasciare aperta ad ognuno di noi la possibilità della propria risposta. Una lettura interessante che mi ha fatto conoscere un autore con il dono della leggerezza e della sobrietà.
I soldati delle parole
Finalista al Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani, XIV edizione
È ancora possibile arginare la violenza con le armi della trattativa e del ragionamento? I soldati delle parole è un libro importante per comprendere il terrorismo attuale, un saggio narrativo sulla violenza politica e il potere delle parole.
«Westerman non sembra avere certezze granitiche, non elabora una tesi: viaggia tra i relitti insanguinati della storia alla ricerca di tracce di dialogo, del filo di un discorso spesso interrotto tragicamente o mai veramente cominciato» – Roberto Saviano, "Robinson"
La penna sarà sempre più forte della spada? Spinto da urgenti domande, narratore lucido e inquieto di questo tempo di crisi, Frank Westerman si mette in viaggio per capire ciò che il linguaggio può ancora fare contro la violenza e per indagare i cambiamenti che, a partire dagli anni ’70, hanno interessato i vari fronti del terrorismo moderno, modificandone pratiche e principi e complicandone l’interazione con l’avversario più eccellente, lo Stato. Westerman incontra esperti di terrorismo a Parigi, beve tè alla menta con un poeta ex-dirottatore di treni, prende parte come ostaggio a un’esercitazione di sicurezza all’aeroporto di Schiphol e partecipa a un corso per negoziatori delle Forze Speciali della Polizia olandese. E mentre ricorda alcune tra le più intense esperienze della sua vita, come le azioni di un commando di terroristi moluccani a cui assistette da bambino e l’orrore degli attentati ceceni quando era corrispondente in Russia, riflette su temi cruciali del nostro presente, come la lotta al terrorismo, le possibili reazioni al terrore, il senso dell’empatia e della comprensione, l’opportunità di dialogare. "I soldati delle parole" è un saggio documentatissimo, appassionato e rigoroso nello stile inconfondibile di Frank Westerman che intreccia Storia, reportage, autobiografia e sapienza narrativa.
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Anno edizione:2017
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