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Anno edizione: 1977
Anno edizione: 2017
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Fin dalla prima giovinezza, Nietzsche cominciò a raccontarsi a se stesso, quasi provando quello strumento che, all’apice della sua vita, avrebbe dato i prodigiosi accordi di Ecce homo. I primi testi in cui Nietzsche afferma l’intenzione di «tenere un diario a cui affidare alla memoria tutto ciò che di triste o di lieto colpisce il mio cuore» risalgono addirittura all’anno 1856, quando egli aveva dodici anni. Da allora fino al 1869, Nietzsche riprenderà e abbandonerà più volte progetti di memorie, spesso col titolo La mia vita, accumulando così una serie di testi che sono per noi, oggi, preziosi. L’infanzia a Naumburg, la morte del padre, la «costrizione quasi militaresca» della «veneranda» scuola di Pforta, i primi amici, le prime letture (dall’inevitabile Schiller all’allora poco noto Hölderlin), l’apparizione di Wagner, la scoperta della filologia, il formarsi di una sensibilità per così dire sotto i nostri occhi: tutto questo troviamo nel presente volume, che contiene testi finora mai tradotti in Italia. «Come pianta io nacqui all’ombra del cimitero, come uomo in una canonica»: un velo di gravità e di malinconia copre questi primi anni, studiosi e nobili di Nietzsche: ma più volte sentiamo già presente fra le righe la potenzialità sconvolgente della sua persona – e fin dall’inizio è ben chiaro in lui quel senso della necessità e del destino che mai lo abbandonerà: «Una catena di eventi, di sforzi, nei quali vogliamo riconoscere gli accidenti del destino esteriore o una barocca capricciosità, si rivela poi una via scoperta dalla mano infallibilmente brancolante dell’istinto».
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