Giallo Milano

Il corpo di una giovane donna viene ripescato dal Naviglio Grande, sotto gli occhi sconcertati di una Milano ammutolita negli anni “lontani” di rivoluzione. All’inizio il docente di architettura, Luigi Bellotti, pur essendo sconvolto come tutti, guarda alla notizia con un certo distacco, ma quando apprende che si tratta di una collega, Irene, è interessato ad andare a fondo alla storia per capire cosa le sia successo e, soprattutto, chi l’abbia uccisa e perché. Questo libro ha già qualche annetto, e solo di recente – approfittando di una domenica pomeriggio estiva – ho avuto modo di leggerlo e godere della piacevolezza dello stile scorrevole e virtuoso dell’autore, e immedesimarmi nella storia, in una Milano molto suggestiva che coinvolge il lettore e gli permette di vivere le avventure del protagonista, grazie anche ai minuziosi dettagli (derivanti certamente dalla competenza storica e architettonica dell’autore stesso). Un giallo davvero molto piacevole da leggere, che ha in sé intrigo, storia, e uno stile piacevole e a tratti ironico, che rende la lettura molto scorrevole.

Milano anni ’60, Luigi Bellotti, docente di restauro presso la facoltà di architettura, se la deve vedere con le prime proteste studentesche e la presa di coscienza di alcuni operai della sua squadra, incaricata del restauro di una chiesa alla periferia della città. La sorte di una giovane donna trovata affogata nel Naviglio si intreccia con quella di Bellotti, l’unico ad averla riconosciuta e l’unico che sembra intenzionato a indagare sulla sua morte, che invece le forze dell’ordine vogliono archiviare in tutta fretta. Con il pretesto della trama gialla, inserita nella suggestiva urbanistica di una Milano navigabile, “Giallo Milano” già dalle prime pagine conquista, rapisce e induce a fantasticare su come era o come sarebbe stata e com’è oggi quella chiesa, quella via, quell’angolo della città. Per appassionati di storia dell’arte, in particolare di quella di Milano, ma non solo, anzi: dopo aver letto questo romanzo viene subito voglia di saperne di più.