D'incanto il terrore. Storia di combattimenti e pazzi furiosi

D’incanto il terrore, titolo paradosso da decifrare, un po’ come la Natura leopardiana, bella e terribile. Percorrendo il testo d’incanto si aprono fotogrammi di realtà svelate che muovono riflessioni… un ristorante cinese nel deserto; un uomo con due passaporti validi entrambi; gli occhi spiritati di un bambino che, nonostante tutto , ama suo padre coinvolto nell’internazionale Jihadista; l’Islam che non è islamista; la verità che va oltre i protocolli d’intervento; una cieca burokrazia; il vero nemico: l’Odio; l’arma segreta: l’Amore; il sorriso salvifico…ecc. . L’autore si muove con maestria tra le parole restituendo a queste l’importanza e il potere di mettere in atto quell’azione critica che cambia la realtà prestabilita delle cose, delle persone e, quindi, creano conoscenza. Tirozzi gioca al limite, nel limite, visto non come qualcosa di definito, che circoscrive o racchiude ma limite che diviene soglia fatta di sfumature tra il bianco e il nero; un non-luogo dove uomini e donne s’incrociano, si scontrano e incontrano. Anche il lettore si trova immerso in questa soglia particolare e, attraverso i vari racconti, incontra personaggi che non vengono definiti o divisi tra buoni o cattivi ma conosciuti per quello che fanno e per quello in cui credono, attraverso le relazioni che essi tessono. Il terrorismo viene svelato come una realtà sfumata, non totalmente nera, non sempre e non solo, a livello storico, legato a persone che vogliono il male di una parte della società contro un’altra. Il terrorismo è sintomo di un malessere sociale ampio da non valutare con superficialità. Si pensi che furono definiti terroristi anche i Partigiani italiani dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Scrive Tirozzi: … finché ci saranno bambini pagati 2 dollari l’ora per respirare vernici tossiche il terrorismo non sarà mai battuto… (p.13). L’autore ci inchioda alla responsabilità, nessuno è innocente. Il terrorismo è alimentato dall’ignoranza che, a sua volta, alimenta l’Odio. L’Odio diviene in Tirozzi il Nemico da combattere. Il libro, così, diviene un percorso antropologico personale ma anche sociale di storia contemporanea affrontato con profonda ironia e passione. Un lavoro, quello dell’autore, che diviene formazione continua; diviene il modo di percepire e interpretare la realtà. Come potrà l’uomo combattere contro l’ignoranza e l’odio? Per Tirozzi, e come non condividerlo, si potrà combattere soprattutto con la conoscenza profonda dei fenomeni sociali e culturali e con un’arma “segreta”: l’Amore, amore per la patria, per il prossimo e per la vita che, a volte, ci giochiamo con un sorriso. Infine, questo libro ridona valore all’Italianitudine (sinonimo di un saper fare intercultura) da esportare e diffondere attraverso tutti coloro, come l’autore, che con il proprio lavoro e il proprio agire varcano i limiti ed erranti viaggiano di soglia in soglia tra le sfumature della società e cultura in cui viviamo. EM, Etnoantropologo

Un libro su uno dei temi più attuali degli ultimi decenni, scritto da un conoscitore diretto delle dinamiche islamiche, interessante, divertente e mai noioso, con la prefazione scritta da uno dei massimi esperti di criminalità organizzata e terrorismo, l'ex Generale dei carabinieri Giampaolo Ganzer.