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è raro che un documentario, particolarmente un documentario di denuncia, qualcosa di molto vicino all'inchiesta giornalistica alla “Report” per intederci, arrivi nelle sale in normale distribuzione. Già questo sottolinea l'eccezionalità dell'evento “Biùtiful cauntri”, il documentario di Esmeralda Calabria che ha per titolo la pronuncia figurata dell'espressione che in inglese significa, più o meno, “Bel Paese” e che porta nelle sale un'ironica, durissima e documentatissima inchiesta sull'emergenza rifiuti che, da 14 anni, colpisce la Campania e l'Italia. Un viaggio a pochi passi da aree protette e da santuari del “made in Italy”, come gli allevamenti delle famose bufale campane, tra allevatori di pecore e contadini che vorrebbero nobilitare la loro produzione DOP con metodi da agricoltura biologica ma che si scontrano con la camorra e l'incuria, o la connivenza, della classe politica non solo locale. L'emergenza rifiuti è infatti anche, soprattutto, questo: pecore mandate al macello per altissime concentrazioni di diossina nel latte (che fino al giorno prima finiva direttamente nei mercati), bufale di grande valore abbattute, fattori e contadini ridotti alla fame e un'economia turistica devastata. Tutto questo registrato attraverso l'impietoso occhio della telecamera che censisce discariche abusive semplicemente girando per le strade locali, puntando l'obiettivo quasi a caso. Solo disattenzione e incuria? l'impressionante raccolta di dati e di immagini sembra escluderlo, scene che non sarebbero nemmeno credibili se non si sapessero vere,sfilano di fronte all'occhio attonito dello spettatore, accompagnate da rapporti che snocciolano cifre come grani di rosario e che colpiscono come pugni nello stomaco: quasi 5000 discariche abusive o irregolari, miliardi di “ecoballe” realizzate a caro prezzo da una concessionaria unica (Gruppo impregilo, appalto ricevuto direttamente dal governo nazionale nel 2004) e del tutto inadatte al loro scopo, l'unica discarica “assolutamente in regola” che viene chiusa poche ore dopo un'ispezione nella quale, il gesto quasi casuale di un residente della zona consente di scoprire un vero e proprio lago di percolato tossico largo 200 metri. Tutto ciò mentre si dispiega la tela di penelope nella quale, di giorno si affronta l'emergenza, mentre di notte autoarticolati con targhe del nord Italia scaricano rifiuti industriali non prima di avere allestito un “letto” di copertoni e preaparato la scenografia di un piccolo e casuale incendio di rifiuti che consente lo smaltimento economico di sostanze pericolose. Il tutto in barba alla salute dei cittadini. Un documentario di denuncia, visibile solo per quattro giorni al filmstudio'90 e assolutamente da non perdere.
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