I saggi contenuti in questa raccolta permettono di comprendere in buona parte le dinamiche morali soggiacenti alla riflessione politica di Hannah Arendt. Con un linguaggio concreto e traendo costante spunto dall'attualità, la pensatrice si interroga su quale valore siamo ancora in grado di attribuire alla responsabilità, alla nostra capacità di porci innanzi a ciò che facciamo e di sopportarne il peso e le conseguenze. I dubbi sollevati da una condotta morale "banale", come drammaticamente illuminata dall'esperienza del regime nazista, sospingono la riflessione ad analizzare la facoltà umana del pensiero e a ritagliarne la differenza rispetto tanto al conoscere quanto al volere. Utilissimo nello studio delle teorie della pensatrice, l'opera si pone pure come un'esperienza attraverso la quale interrogarsi in maniera nuova nei confronti di quegli atteggiamenti che siamo ormai abituati a dare spesso per scontato, e riscoprire l'importanza della comunicazione onesta con noi stessi e gli altri. La scelta dei saggi (e delle lezioni) operata dal curatore, ci permette inoltre di cogliere anche alcuni aspetti notevoli della personalità e dello spirito critico di Hannah Arendt.
Responsabilità e giudizio
Nessuno più di Hannah Arendt si è reso conto che "le grandi crisi politiche del Novecento - lo scoppio della guerra totale nel 1914; l'ascesa dei regimi totalitari in Russia e in Germania, con il relativo annientamento di intere classi e razze di esseri umani; l'invenzione della bomba atomica...; la Guerra fredda; la Corea; il Vietnam e via dicendo tutti gli altri eventi che precipitano come le cascate del Niagara della storia - potevano essere viste come altrettanti sintomi di un generale collasso morale. Ma il nocciolo duro e controverso della diagnosi arendtiana sta nell'attribuire questo collasso morale non all'ignoranza o alla malvagità degli uomini, incapaci di far proprie le antiche verità morali, ma all'inadeguatezza di queste stesse verità morali intese come norme o criteri di giudizio su ciò che gli uomini sono ormai in grado di fare. Questa è la sola conclusione generale che Arendt si sia mai permessa di trarre: la generalità del collasso, la generalità del cambiamento che ha travolto tutto ciò che la nostra lunga tradizione di pensiero ha sempre considerato sacrosanto". Così Jerome Kohn, curatore del volume, commenta gli interventi contenuti in Responsabilità e giudizio, nove tra saggi, appunti, riflessioni ad alta voce e discorsi pubblici nei quali la Arendt intenta un vero e proprio processo alla parola "coscienza", bersagliandola di domande che, pur seppellite nel nostro passato, continuano ad assillare lo spirito.
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Anno edizione:2010
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STEFANIA DONNARUMMA 22 novembre 2016
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