Il giardino dorato

Continuano i romanzi autobiografici di H. Bernestein. In questo terzo romanzo, ambientato negli Stati Uniti degli anni Trenta, il nostro protagonista è diventato adulto ed è felicemente sposato con Ruby conosciuta ad un ballo. L’autore in questo libro ci mostra tutto il suo amore nei confronti della moglie. Ruby è la sua migliore confidente, E’ un libro che vi farà commuovere. Sarà proprio in seguito alla morte della moglie che lui deciderà di iniziare a scrivere e direi che ha fatto più che bene visto che ci ha regalato quattro bellissimi romanzi da leggere tutti d’un fiato.

Ho amato Harry Bernstein, è entrato in punta di piedi nella mia vita Incartato sotto l'albero. La sua vita, la sua famiglia mi ha talmente conquistata che ho voluto comprare tutti i libri della sua vita. Periodicamente li rileggo e mi commuovo, arrabbio e intenerisco con lui.. Quando lo conosci entra a far parte della tua vita

Mentre si sfogliano le pagine di questo libro è quasi impossibile non commuoversi leggendo le parole di Harry Bernstein. I suoi ricordi sono vividi, la sua mente è lucida e permette a quest'uomo dalla sensibilità straordinaria di ricordare nei minimi dettagli la sua storia di vita, emozionante come un romanzo, vera come solo l'amore può renderla così speciale. Nel suo terzo libro Bernstein ci conduce nella sua vita coniugale, ci parla con infinito affetto e devozione della sua cara moglie Ruby, scomparsa per leucemia a novant'anni. L'amore per la coniuge rimane immutato nel tempo, a tal punto che Harry continua a considerarla attraente anche quando le rughe cominciano a solcarle il volto. Ruby rappresenta tutto per lui, è la compagna con cui confidarsi, è una presenza costante nella sua vita. Quando lei scompare, il mondo sembra crollare addosso ad Harry. Niente riesce ad alleviare il dolore e tutto gli ricorda la moglie. Ma la vita ci riserva sempre una seconda possibilità, bisogna solo essere abbastanza lucidi per riuscire a coglierla, e per Harry il destino aveva riservato qualcosa di veramente speciale. Qualsiasi uomo al posto suo avrebbe solo ringraziato Dio per essere ancora in vita, a novant'anni passati. Lui no. Dopo la perdita di Ruby, si è dedicato alla stesura de "Il Muro Invisibile", e a novantacinque anni ha avuto il coraggio di tentare la sorte e ha cercato di pubblicare il suo romanzo. E alla fine ci è riuscito. Perché a novant'anni si può avere qualcosa da raccontare. E si può ancora credere nei sogni.