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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
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«I fatti, dai quali faremmo forse bene a cominciare, sono brutali: mercoledí 20 febbraio 1974, la vigilia del carnevale delle donne, una donna di ventisette anni esce dalla sua casa di città verso le ore 18,45 per recarsi a una festa da ballo privata.»
La giovane è Katharina Blum, cameriera presso una famiglia della buona borghesia di Colonia, che si renderà complice nella fuga dell'uomo che ama, accusato di terrorismo. Quattro giorni piú tardi, la donna bussa alla porta del commissario Moeding per confessare l'omicidio del giornalista Walter Tötges, autore di una campagna diffamatoria ai suoi danni. Heinrich Böll si attiene alla cruda realtà per far luce sulle ragioni di un delitto cosí assurdo e racconta la morsa di pregiudizi e menzogne che stringe Katharina. Pubblicato nel 1979, questo romanzo, che ha ispirato il film omonimo di Volker Schlöndorff e Margarethe Von Trotta, ripropone con forza il dilemma di una società dilaniata in cui i drammi sociali incrociano tragicamente i destini individuali.
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Libro scritto nel 1974 ma estremamente attuale. Il tema principale è la stampa, quella spregiudicata e morbosa, e le conseguenze della macchina del fango che spesso mette in moto. A fine lettura viene da chiedersi chi sia la vera vittima nella vicenda. In questo romanzo, infatti, le parole hanno un ruolo chiave: vanno scelte con cura perché in grado di creare o di distruggere. Ho trovato, ahimè, il testo moderno anche nel mettere in luce il tema femminile: una donna proveniente da un ceto poco agiato e le discriminazioni, le ingiustizie e le molestie subite. Lo stile mi ha letteralmente conquistata!! Il narratore ci presenta subito l'evento di cronaca finale per poi procedere a ritroso, snocciolando in modo distaccato e imparziale gli avvenimenti precedenti. Ho apprezzato moltissimo il paragone della narrazione ad "un'operazione di drenaggio o prosciugamento con un decorso a tratti precipitoso a causa di dislivelli poi seguiti da pareggi di livello".
Katharina è bella e giovane. Divorziata, vive da sola, lavora sodo. La sera del 20 febbraio 1974 esce per recarsi a una festa da ballo. Conosce un uomo, ballano, si divertono, passano la notte a casa di lei. Ma se per Katharina, Ludwing è l'uomo della vita, non lo è per la polizia tedesca, che lo considera un pericoloso terrorista. Ludwing si confessa a Katharina, le dice d'essere un rapinatore di banche, questo si, ma di non avere niente a che fare con le gravi accuse mosse contro di lui. Noi altro non sappiamo, non possiamo giudicare. Katharina è innamorata. Lo aiuta a fuggire. La notizia giunge presto ai giornali, e Totges, un giornalista esperto del mestiere, viene inviato a investigare sull'accaduto. Il giornalista è senza scrupoli, travisa i fatti, li deforma, si addentra nella vita di Katharina senza alcun tatto, rendendo pubblico ogni segreto. Katharina, da semplice governante si ritrova pericolosa comunista e complice del criminale Ludwing Gotten. La donna ferita, con l'onore e la dignità in frantumi, medita e attua la sua vendetta. Heinrich Boll è uno dei miei autori preferiti, ho amato molto "Opinioni di un clown" e soprattutto "E non disse nemmeno una parola". Questo è un romanzo parecchio diverso rispetto ai due sopracitati. Scarno ed essenziale si limita al racconto dei fatti, come se Boll volesse contrapporre alla montagna di menzogne di certa stampa, i fatti nudi e crudi. Un esempio di come senza compiere alcun reato, si può spingere una persona a commetterne uno. Un invito a ragionare e a non farsi abbindolare da ciò che scrivono i giornali e, oggi come non mai (vedi i recenti casi di cronaca), da ciò che dice la televisione.
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