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Un'autrice ingiustamente dimenticata, a cui Luigi D'Agnone, traduttore del volume, e ABEditore offrono un'opportunità di riscatto e riscoperta.
Ellen Wood (Worcester 1814 – Londra 1887) plasma i gusti della media e tarda epoca vittoriana senza però entrare nel canone letterario. La sua biografia e la sua scrittura sembrano rispettare le convenzioni, ma a uno sguardo attento si rivelano contraddittorie. L'abitudine di firmarsi "Mrs Henry Wood" – il nome del marito, usato anche da vedova – riflette una vita esemplare per attrarre un pubblico ossessionato dal focolare domestico, non per compiacersi dello stereotipo della moglie devota. O ancora, la scelta del romanzo sensazionalista segue una moda che assicura guadagni – unico sostegno per la sua famiglia –, ma si distacca da certe opere prolisse e sentimentali. In perenne rivalità con Wilkie Collins spesso è stata paragonata a George Eliot. Dopo il successo nel XIX secolo, Wood è spazzata via dal Modernismo, che la ritiene un baluardo dei generi tradizionali, ignorandone la capacità immaginativa e di attacco silenzioso alla morale vittoriana. In Realtà o Delusione? Johnny Ludlow, orfano sotto la custodia dei Todhetley, racconta la strana vicenda – a North Crabb, nel Worcestershire, dove la sua famiglia adottiva possiede una tenuta – di Daniel Ferrar, un giovane allevatore di pollame. Su quest'ultimo si addensano dei dubbi: i compaesani lo sospettano di furti di mangime; la sua fidanzata Maria Lease teme un tradimento con Harriet Roe, la nipote di Miss Timmens, direttrice della scuola locale. Una domenica Ferrar pranza a casa Lease, dove lo aspettano invano anche per il tè del pomeriggio; Maria si mette sulle sue tracce, e nascosta nel folto di un parco riesce a scorgerlo in compagnia di Harriet. La tensione esplode poco dopo sull'uscio di casa, dove la ragazza chiede conto a Daniel del suo comportamento, senza ottenere risposta. Decisa, però, a conoscere la verità, Maria lo segue in ogni suo spostamento. Verso mezzanotte, Johnny sta rientrando e all'improvviso sente delle urla: è Maria che accusa Daniel di essere un ladro dopo averlo colto a trafugare dei sacchi di granturco dal deposito del signor Todhetley. In preda alla vergogna, accortosi della presenza di Johnny, Daniel lo supplica di tenere per sé lo sgradevole episodio. Il giorno dopo Daniel sembra sparito; Maria dice di averlo visto nei pressi del deposito, ma poco dopo viene ritrovato morto. Resta il mistero: Maria ha incrociato Ferrar negli ultimi istanti di vita o il suo fantasma irrequieto? Il fantasma di David Garth parte da una leggerezza di Mr Hill che costa la vita al suo figliastro David; il racconto prende di mira la gente di North Crabb, convinta di vedere il fantasma del bambino in una finestra di casa sua, presa in affitto per qualche tempo da Harriet e suo marito, freschi di matrimonio. Anche questo racconto è ambiguo: la ragione di Mr Hill vorrebbe negare i fantasmi, ma il suo senso di colpa lo ingabbia nella paura; senza volerlo, Harriet è coinvolta nelle dicerie sulle apparizioni, ma i suoi veri fantasmi si manifestano nella malattia e in un matrimonio disastroso. Il finale tragico incombe: Harriet deve espiare gli eccessi con la "morte in vita", costretta dai guai del marito a scappare in Francia e schiacciata dal pensiero della meritata punizione.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
I due racconti hanno tutto il sapore della narrativa inglese di fine Ottocento, li ho letti con estremo piacere in un pomeriggio. Sono molto felice di aver scoperto questa autrice grazie ad ABEditore, che ha realizzato come sempre un’edizione dalla grafica strepitosa. Spero possano esserci altre traduzioni di sue opere, dal momento che nell’editoria italiana il nome di Wood è pressoché assente
Il libro si divide in due racconti legati fra loro da personaggi comuni. Si legge in una giornata perché è corto e non presenta grandi difficoltà di lettura. Non mi è piaciuto dopo aver letto L'altra metà delle fiabe, il racconto della vecchia Balia e la dama della chiatta e altri racconti questo è il primo titolo a deludermi della casa editrice. Non mi sono sentita coinvolta dalla storia, non sono riuscita a legare coi personaggi. Il primo racconto l'ho trovato molto confusionario nelle vicende, il secondo è stato già più piacevole. Per me, a malincuore, rimane un no. Non ho provato quel senso di ansia o di paura che ho avuto leggendo altri loro volumi e sono rimasta anche delusa dal tipo di libro che a differenza degli altri, pur avendo lo stesso formato, si è rovinato moltissimo mentre lo leggevo... Lo consiglio? No. Se volete leggerlo prendete la versione digitale ma non penso sia una lettura da affrontare con piacere.
Si chiama "racconti di fantasmi" ma di fantasmi non ce ne sono.
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