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Sulla prima pagina di Tartarino si legge questa epigrafe: “En France tout le monde est un peu de Tarascon”, e si potrebbe aggiungere che un po’ di Tarascona sono tutti i popoli del mezzogiorno. In questa opera è impiantato decisamente il dissidio fra uomo del Nord e uomo del Mezzogiorno, e non risparmiando a questo nessuna delle sue tacche, ce lo fa apparire alla fine più umano e simpatico. Bravaccio, fanfarone, volubile, rapido alla commozione come alla più sfrenata allegria, agli abbattimenti e all’entusiasmo, espansivo, straripante, rumoroso, ebbro di vita e di sole, che dice menzogne per esagerare e ingrandire la vita che ama con tutte le proprie forze, per moltiplicarla con la vivida fantasia inesauribile, separando la realtà come se questa non gli bastasse, pure essendo attaccatissimo alla realtà quotidiana, vivendo i propri sogni, vivendo in un sogno stesso, ingenuo e comico, aspirando ai grandi sentimenti anche se debole e vile: l’eroismo, l’amore, la gloria; smanioso di essere ammirato in questa felicità; facile a mentire quanto facile a credere, perché è bello vivere sognando, fino ai più amari disinganni, e sempre sopra un fondo di equilibrio e di buon senso che rimette a posto tutte le cose. Ecco quanto volle Daudet nel suo Tartarino (Aldo Palazzeschi).
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Un inaspettato gioiello di pura invenzione narrativa che regala divertimento insieme a belle riflessioni sul potere e utilità del mito. Ma niente pesantezza: siamo in presenza di spassosissimi personaggi della provincia francese che fanno letteralmente sbellicare dalle risate! So che potrà sembrare molto irriverente ma la mente va al Don Chisciotte di Cervantes così tanto osannato... lì c'è tanto potenziale secondo me disperso e poco espresso...qui, in questo piccolo libro che tra l'altro contiene più storie di Tartarino uscite nel tempo, c'è un concentrato di divertimento bellezza e risata.... W Daudet e le bugie convinte dell'"avventuroso" Tartarino!!!
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