Indo-Tibetica è considerata non solo l’opera più importante e prestigiosa del 900 italiano nel campo degli studi sull’Oriente, ma un vero e proprio monumento editoriale. Frutto delle spedizioni scientifiche condotte da Tucci tra la fine degli anni venti e gli anni trenta, è lo sforzo titanico di un uomo deciso a far conoscere un mondo completamente sconosciuto a noi occidentali. L’attenzione di Tucci si fissò sui monasteri e le opere d’arte, donandoci una documentazione straordinaria anche dal punto di vista delle immagini, materiale fondamentale tenendo presente che l’invasione del Tibet da parte della Cina ha cancellato e distrutto moltissimi monasteri, facendo diventare questi sette volumi dell’Indo-Tibetica materiale archeologico di studio. Tucci documenta dettagliatamente, da studioso, scienziato ed esperto linguista, una quantità di templi e statue imponente se si considera il luogo dove svolse le ricerche, i tempi (senza le attrezzature tecnologiche o i mezzi di spostamento disponibili oggi, allora si andava a dorso di mulo), e l’argomento. Una “visione” incredibile sul futuro di uno dei luoghi più inaccessibili della terra e al tempo stesso patrimonio e culla di una civiltà che ha mantenuto un rapporto con la spiritualità e con la religione assoluto. Indo-Tibetica è “il” monumento dell’orientalistica del 900 occidentale, non solo per gli studiosi di tibetano e gli indologi, ma per ogni vero e serio studioso di quella parte di mondo che noi italiani, a partire da Marco Polo passando da padre Matteo Ricci e fino a Giuseppe Tucci, abbiamo sempre amato e “portato” al mondo occidentale. L'opera è composta da 4 volumi divisi in 7 tomi, e un fascicolo di cartine.
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