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Si tratta del catalogo degli oltre 850 frammenti, per lo più fogli e bifogli, appartenuti a 369 manoscritti ebraici databili tra i secoli XI e XV e rinvenuti recentemente nell'Archivio di Stato di Bologna e in altri archivi minori della città. Essi furono smembrati nella seconda metà del Cinquecento e riciclati dai legatori bolognesi come copertine e legature di registri. Molti sono importanti per l'antichità e la rarità dei testi e per averci restituito parti di opere perdute o sconosciute. Il fondo bolognese, dopo quello di Modena, è il più grande che si conosca per questo tipo di riciclaggio dei manoscritti e il più ricco di testi talmudici.
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