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Dopo l’avvento de “Il Vendicatore”, dopo l’avventura de “Il Devoto”, ecco che torna il folle e oscuro difensore dei deboli… teoricamente. Il terzo libro probabilmente è come il famoso “settimo anno” di una relazione amorosa, infatti Jeff Lindsay scrive un libro pieno di premesse e delusioni che farà da spartiacque, sia per la storia sia per i fan che potrebbero rimanere molto delusi, rimane da vedere come sarà strutturato il quarto. Dexter il Paparino, Dexter il Marito Fedele e Dexter. Tutti queste diverse sfaccettature collaborano per continuare a mantenere la facciata del Finto Dexter, quel manichino che simula una vita normale per coprire l’esistenza e l’operato di Dexter l’Oscuro, ma un altro passeggero più cattivo e potente si muove tra le strade di Miami e darà il via ad una caccia dove Preda e Predatore continuano a scambiarsi. L’inizio è divertente ed intrigante, vedere Dexter alle prese con il matrimonio e i doveri di padre è interessante ed esilarante grazie alla classica e cinica ironia che permea i pensieri del personaggio mentre una serie di corpi bruciati e decapitati, con la testa sostituita da statue taurine, porta sulla finta scia della Santeria per poi riportare a culti e sette oscure. Complessivamente grazie a questi intrecci la storia si tiene su ritmi sostenuti e mai noiosi e non mancano colpi di scena che danno brusche svolte alla storia. Sulla carta quindi potrebbe essere un altro buon libro ma come sempre la storia preserva i soliti difetti dell’autore, quali dettagli fin troppo fumosi o mancanti, e soprattutto manca il fiore all’occhiello della serie: la psicologia del protagonista. Negli altri libri il personaggio di Dexter era sempre più complesso, curato e studiato nei minimi dettagli, invece qui si ha la “fuga” del passeggero oscuro che trasforma Dexter in un pulcino bagnato, perennemente impegnato in noiosi e ripetitivi piagnistei su questa perdita. E la storia ovviamente si allaccia a questo particolare ma porta il tutto su lidi occulti, quasi paranormali, tirando in ballo addirittura Re Salomone ed “Esso”, una misteriosa entità che esiste da prima dell’uomo e che continua ad osservarlo… Senza contare poi il pessimo, pessimo finale che si presenta a velocità serrata e viene stringato in una manciata di pagine con eventi abbastanza velleitari e deludenti. Prendete quindi tutto ciò che di buono aveva la serie e dimezzatelo, conditelo ai soliti difetti e ne esce un libro che peggiora di pagina in pagina. L’autore rovina tutto andando a invischiarsi eccessivamente nell’occulto tirando in ballo divinità e spiriti, mentre la storia finisce tra forzature e fumosità in un finale frettoloso e deludente.
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