Hip Flask. Selezione innaturale

Arriva finalmente in Italia uno dei progetti più interessanti e singolari del moderno fumetto Statunitense. La storia è Ambientata in un accurato ed affascinante universo narrativo, che potremmo definire “noir fantascientifico” (Pulp SciFi), dalle atmosfere visive che ricordano capolavori come Blade Runner o il fumetto fantascientifico francese a cavallo tra anni '70 e '80, quello di Bilal e Moebius, tanto per fare qualche nome. Il protagonista di questa saga è un investigatore di polizia Metropolitana. C'è però una caratteristica che lo differenzia dalla maggior parte degli altri agenti, un dettaglio che diciamo non lo fa passare inosservato, perché Hip, questo il suo nome, è un arguto e malinconico ippopotamo antropomorfo.(sì, avete letto bene). Ma Hip Flask non è solo questo, dato che ci troviamo di fronte ad un opera capace di confrontarsi con tematiche quali l'alterazione genetica, e le nuove forme di razzismo che potrebbe generare, ma anche con tutte quelle problematiche, nei loro aspetti sia morali che concreti, che la società umana affronta, fin dai tempi di Prometeo, nel suo quotidiano rapporto (conflitto?) con la Scienza e la Tecnologia. Creato dalla fantasia di Richard Starkings, editore e capo delle famose Comicraft e Active Image, ditte di lettering e graphic design per molti dei più popolari fumetti usa, e sviluppato successivamente anche dallo sceneggiatore (Marvel e DC) Joe Casey e dal disegnatore Jose Ladronn (Heavy Metal Magazine e Humanoïdes Associés), il personaggio ha avuto una strana gensi. Nato a metà degli anni '90 come mascotte per una linea di fonts della Comicraft, prima di diventare un fumetto vero e proprio il personaggio è stato omaggiato da storie brevi o pin up di autori famosi che ne erano rimasti affascinati, come ad es. Ian Churhill, Jim Lee o Tim sale. Solo successivamente, nel 2001, ha preso forma nel progetto editoriale con cui lo conosciamo adesso e di cui sono usciti per ora solo 3 numeri, due introduttivi e uno di storia vera e propria. E fu a quel punto che entrò in gioco un disegnatore capace di caratterizzare e di dare un gusto unico ed originale al fumetto. Impossibile infatti parlare di Hip Flask senza menzionare il suo disegnatore Jose Ladronn, le sue dettagliatissime pagine e i sui colori. Capaci di racchiudere e trasmettervi tutte le informazioni di cui avete bisogno per calarvi in quell'universo narrativo sin dal primo sguardo. Ma dal disegnatore a cui vengono affidate le copertine statunitensi della saga dell' Incal non ci saremmo aspettati di meno. Le sue splendide tavole illustrano l'inizio di quella che sembra una storia ben fatta, dal ritmo perfetto e dagli inspirati dialoghi. Questo è quel genere di fumetto americano (di nascita indipendente) d'ottimo livello, che oggi si fatica a trovare. Esce con il contagocce ma ne vale la pena. E proprio qui sta forse l'unico neo di questo fumetto, che si legge tutto d'un fiato ed esce a cadenza annuale, anche se si sà, la qualità, anche quella narrativo-visuale, si paga e si attende. L'edizione italiana è ben fatta e curata, ma avendo optato per il classico formato cartonato appare un po' cara a fronte delle sole 36 pagine di fumetto, speriamo che in futuro venga realizzata anche una più economica e razionale versione brossurata in grado di garantire un futuro editoriale a questa fantastica miniserie.