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Il volume raccoglie oltre trenta saggi, ormai classici sul Kitsch, presentati e commentati da critici, scrittori e filosofi contemporanei; una galleria di testi anticipatori; voci di dizionari enciclopedici, filosofici e artistici dedicate al Kitsch; brani di alcuni libri recenti sul tema appositamente tradotti; un questionario rivolto a filosofi, critici e artisti contemporanei; immagini di cinque artisti; una riflessione sui nani da giardino.
«Un numero della rivista "Riga" affronta una questione estetica che da oltre un secolo alimenta il dibattito culturale: non è solo indice del brutto o del cattivo gusto, ma una conseguenza della società dei consumi» - Avvenire
«Inafferrabile tiresia dal mutevole sembiante, il camaleontico kitsch viene ora sviscerato nella recente, monumentale edizione della rivista Riga 41- Quodlibet, opera magistralmente pensata, curata e prodotta da Marco Belpoliti e Gianfranco Marrone» - il Foglio
«Un'autentica cassa del tesoro di idee, storie, concetti, un'opera monumentale e utilissima che fornisce l'attrezzatura per fare i conti con questa categoria fondamentale dell'estetica, della politica, della vita associata» - Francesco Guglieri, il Domani
«L'intento - e l'urgenza - dell'indagine sul kitsch, da parte di Marrone e Belpoliti è sacrosanta: perché è molto evidente (qualunque sia la definizione che scegliate alla fine di sposare, o tutte) che se c'è una categoria che ha vinto la sua battaglia e forse domina incontrastata nello scenario culturale contemporaneo è proprio questa» - Stefano Salis,Il Sole 24 Ore
Kitsch = arte degenerata, massificata, inautentica e ripetitiva; pseudo-arte a buon mercato; simulazione della bellezza, esaltazione del sentimentalismo e del dilettantismo; celebrazione sommaria del piacere estetico a detrimento della fattura materiale dell’oggetto artistico; emergenza della volgarità e del male nelle arti; arte a servizio dei regimi politici totalitari e della loro propaganda; uso indiscriminato degli stilemi canonici e degli stereotipi del passato; contraffazione e simulazione; riduzione dell’opera a souvenir turistico e a gadget; diffusione di un gusto medio e massificato; cattivo gusto o totale mancanza di gusto. L’effetto che si ottiene mettendo in fila questi concetti è duplice. Da una parte sembra che il Kitsch abbia vinto, che la cultura contemporanea e la nostra stessa vita quotidiana ne appaiano permeate sin nei più intimi dettagli. La volgarità, la contraffazione, il sentimentalismo, l’autoritarismo, il dilettantismo vanno per la maggiore. Dall’altra tutto ciò sa di passato, polveroso, vintage. Siamo certi che oggi sia possibile continuare a parlare di degenerazione dell’arte e di cattivo gusto, di massificazione e di serializzazione? Che cosa significano oggi questi termini, quale funzione esplicativa conservano questi concetti, che valore hanno questi valori? L’obiettivo del presente numero di “Riga” è quello di usare il Kitsch come specola per riesaminare l’attualità da un punto di vista rovesciato, provando a capire che ne è di oggetti e fenomeni e tendenze come il gusto e le arti, le emozioni e i media, la quotidianità e la comunicazione. In questo senso, il problema del Kitsch ci appare ancor oggi come il nostro problema.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Che cos'è oggi #Kitsch e cosa non lo è? Il problema del Kitsch esiste ancora, ma ha modificato i suoi dati e questa rivista ci aiuta a capirlo nell'attualità dell'arte, in cui è usato anche consapevolmente e provocatoriamente come strumento, offrondoci, riuniti in un unico volume, testi storici oggi introvabili o inediti nella nostra lingua (#Broch e #Benjamin, #Greenberg e #Dorfles, #Moles e #UmbertoEco, #Sontag e #Baudrillard e tanti altri). Il numero si struttura in una grossa sezione antologica con i testi di autori che del Kitsch si sono occupati, dai primi anni del Novecento sino al Duemila e oltre. Di ogni testo poi si propone la rilettura, la presentazione e il commento di altri studiosi alla luce, della nostra attuale condizione culturale.
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