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L'ultimo passo - Daniele Vriale - copertina
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L'ultimo passo - Daniele Vriale - copertina
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Descrizione


All’indomani del suo 75esimo compleanno, Duccio Vigiani, giornalista sportivo oramai in pensione, si reca, come programmato da mesi, a Forch, in Svizzera, per sottoporsi all’eutanasia, nonostante non sia affetto da alcuna patologia, se non l’incipiente vecchiaia da lui identificata come malattia incurabile. Al Life Institute dovrà sostenere tre giorni di colloqui con la dottoressa Kramer, psicologa legale di stato, il cui parere risulterà vincolante per l’accesso alla procedura di morte assistita. Nel corso degli incontri, Duccio ripercorrerà i momenti salienti della propria esistenza ed esternerà il proprio pensiero su alcuni dei grandi temi della vita: amore, passioni, sesso, solitudine, vecchiaia e morte. Ma quale sarà il verdetto inappellabile della dottoressa Kramer?
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Dettagli

2019
3 ottobre 2019
156 p., Brossura
9788855460064

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Un romanzo che va oltre le parole scritte per divenire tema di confronto e scontro, sulla vita, sulla morte, il passato, ma anche il presente. "L'ultimo passo" è uno scritto a tratti filosofico che non lascia indifferenti e non manca di sollevare quesiti in chiunque vi si accosti. La scelta del protagonista Duccio, ovvero di ricorrere alla morte assistita pur non essendo in condizioni di sofferenza o malattia terminale, è estrema e da lui ben motivata. Durante il viaggio che intraprenderà con la psicologa chiamata a dare il suo benestare, avrà modo di raccontare e indagare su ciò che lo ha portato ad una simile scelta, rispondendo ad una domanda fondamentale: morire prima che il suo tempo sia compiuto è solo una fuga da possibili sofferenze? Chi è Duccio, un uomo consapevole che vuole avere l'ultima parola anche di fronte alla nera signora, un coraggioso, oppure un codardo? Scritto in terza persona, i dialoghi tra l'uomo e la dottoressa si trasformano in una sorta di monologo, un lungo dialogo dove il lettore diviene ascoltatore e depositario dei ricordi di un'intera esistenza, trovandosi così a tu per tu con Duccio che si racconta, in modo generoso e genuino, spalancando una finestra sul suo io interiore. L'amore, il lavoro, i rapporti con famigliari e colleghi, i cambiamenti che mutano il suo carattere e il suo sentire, vengono esposti in maniera chiara, lucida e corretta, grazie alla scrittura dell'autore che delinea una quadro del suo personaggio profondo e tridimensionale. Allo stesso tempo l'uomo subirà la straordinaria esperienza di confrontarsi con chi lo vede dal di fuori, con un occhio distaccato, perché avulso dalle sue vicende. Questa novità gli scatenerà dentro un terremoto, consentendogli di scoprirsi critico di sé, giungendo ad un nuovo livello di consapevolezza. Ad un certo punto del romanzo ci viene permesso uno sguardo privilegiato sulla quotidianità della dottoressa. Una parte breve, ma comunque interessante, perché mostra la differenza tra efficiente distacco clinico, necessario sul lavoro, e la donna che, in comodi abiti casalinghi, ha la sua vita da affrontare, con i problemi, i dubbi, le gioie e le infelicità. Vriale si dimostra così attento ricercatore di espressioni, pubbliche o private, nella convivialità della socialità, come nell'intimità della necessaria solitudine tra le mura domestiche. Le persone hanno molti volti che mutano a seconda delle condizioni e delle situazioni, e la totalità di questi volti rappresenta la complessità dell'essere umano. Lasciatevi coinvolgere dalle vicende di queste romanzo, seguite Duccio nel suo percorso e, nelle ultime pagine, scoprirete chi vincerà tra la vita e la morte.

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Recensioni: 5/5

Un romanzo che va oltre le parole scritte per divenire tema di confronto e scontro, sulla vita, sulla morte, il passato, ma anche il presente. "L'ultimo passo" è uno scritto a tratti filosofico che non lascia indifferenti e non manca di sollevare quesiti in chiunque vi si accosti. La scelta del protagonista Duccio, ovvero di ricorrere alla morte assistita pur non essendo in condizioni di sofferenza o malattia terminale, è estrema e da lui ben motivata. Durante il viaggio che intraprenderà con la psicologa chiamata a dare il suo benestare, avrà modo di raccontare e indagare su ciò che lo ha portato ad una simile scelta, rispondendo ad una domanda fondamentale: morire prima che il suo tempo sia compiuto è solo una fuga da possibili sofferenze? Chi è Duccio, un uomo consapevole che vuole avere l'ultima parola anche di fronte alla nera signora, un coraggioso, oppure un codardo? Scritto in terza persona, i dialoghi tra l'uomo e la dottoressa si trasformano in una sorta di monologo, un lungo dialogo dove il lettore diviene ascoltatore e depositario dei ricordi di un'intera esistenza, trovandosi così a tu per tu con Duccio che si racconta, in modo generoso e genuino, spalancando una finestra sul suo io interiore. L'amore, il lavoro, i rapporti con famigliari e colleghi, i cambiamenti che mutano il suo carattere e il suo sentire, vengono esposti in maniera chiara, lucida e corretta, grazie alla scrittura dell'autore che delinea una quadro del suo personaggio profondo e tridimensionale. Allo stesso tempo l'uomo subirà la straordinaria esperienza di confrontarsi con chi lo vede dal di fuori, con un occhio distaccato, perché avulso dalle sue vicende. Questa novità gli scatenerà dentro un terremoto, consentendogli di scoprirsi critico di sé, giungendo ad un nuovo livello di consapevolezza. Ad un certo punto del romanzo ci viene permesso uno sguardo privilegiato sulla quotidianità della dottoressa. Una parte breve, ma comunque interessante, perché mostra la differenza tra efficiente distacco clinico, necessario sul lavoro, e la donna che, in comodi abiti casalinghi, ha la sua vita da affrontare, con i problemi, i dubbi, le gioie e le infelicità. Vriale si dimostra così attento ricercatore di espressioni, pubbliche o private, nella convivialità della socialità, come nell'intimità della necessaria solitudine tra le mura domestiche. Le persone hanno molti volti che mutano a seconda delle condizioni e delle situazioni, e la totalità di questi volti rappresenta la complessità dell'essere umano. Lasciatevi coinvolgere dalle vicende di queste romanzo, seguite Duccio nel suo percorso e, nelle ultime pagine, scoprirete chi vincerà tra la vita e la morte.

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Chi ha sofferto una volta, teme di soffrire ancora e non vuole soffrire più.. Divora ansiosamente la vita, con intensa tensione e coerenza.. Vendemmia il cuore e non si risparmia.. E prima che possa ricapitare, decide lucidamente di farla finita... È un epilogo così naturale ed una scelta così facile come vuole farci credere Vigiani? All'imbrunire dei suoi anni, ancora nel pieno delle proprie forze, aveva già scelto un percorso in solitudine, coscientemente voluto, inconsciamente maledetto.. Ufficialmente vuole prendersi cura di sé Vigiani, scavare alla ricerca di emozioni profonde senza volerle condividere più, nella speranza di essere sentimentalmente autosufficiente e immune dalla Sofferenza, che magari è dietro l'angolo... o magari no.. È una rinuncia aprioristica? Chissà... Il "non luogo" è il rifugio ideale dove vivere la vita; anzi, il "non luogo" È la vita, dove si può passare inosservati, togliersi la maschera e vivere liberi dalle proprie paure.. Ha un prezzo tutto ciò? Si volterà indietro Vigiani? Sentirà che ogni volta che affiora il disagio, la fragilità, la debolezza, vorresti che ci fosse qualcuno lì con te che se ne faccia carico e lo condivida con te? La forza impetuosa del Sentimento pervade ogni pagina del libro, fino all'ultima; ogni riflessione sulla vita, ogni ricordo di vita individuale, di coppia o collettivo è permeato da palpabile passione... È la linfa vitale del Sentimento da e verso qualcuno che, come una dea bendata, ci chiama e ci riporta alla vita ...

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