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Una lettera satirica e scandalosa scritta da una scimmia babbuino, che discetta sulla vita e sulle usanze dell'uomo.
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In questa lettera, una scimmia descrive ai suoi simili come vive l’uomo con tutti i suoi pregi (pochi) e con i suoi difetti (tantissimi!). Attraverso l’escamotage dell’animale, l’autore descrive spietatamente la società con tutte le sue assurde contraddizioni e convinzioni: dalla disuguaglianza tra gli uomini all’inutile corsa contro l’accaparramento di ricchezza (“l’uomo ha fatto delle ricchezze un mito, e non ha lasciato nessun mezzo onesto per ammassarle, perché i mezzi onesti sono troppo lenti”) che non porta ad altro che invidie e guerre. Fredda e spietata è anche l’analisi della guerra vista come una inutile insensatezza. Al di là delle scelte di vita dell’autore sicuramente discutibili, questo brevissimo libricino scritto a fine Settecento in modo ionico e sarcastico dovrebbe essere letto e conosciuto di più per riflettere sul genere umano e sulle convinzioni che abbiamo circa la natura degli animali. Bello!
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