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Da poco è stato pubblicato il saggio critico di Salvatore Pappalardo Il lunario siciliano e il caso Verga, edito dalla società Algra Editore di Alfio Grasso, con sede a Viagrande. Il volume, graficamente ben impaginato, elegante nella sua composizione tipografica, racconta la storia della nascita di questo periodico letterario a Enna nel 1927 ad opera del valguarnerese Francesco Lanza e dell’ennese Nino Savarese, con la collaborazione dei catanesi Arcangelo Blandini e Aurelio Navarria; ma, soprattutto, l’autore pone l’accento sul cosiddetto “caso Verga”, di Alberto Asor Rosa, che tanto successo ebbe nel 1973, a confronto con il “primo” caso Verga di Ardengo Soffici nel 1929 sulle colonne del “Lunario”. Come ben scritto nella prefazione della professoressa Patrizia Curatolo il saggio è: «…un esempio pressocchè unico nel variegato panorama delle riviste letterarie di primo Novecento…rivoluzionario il programma di Giovanni Centorbi, Telesio Interlandi Francesco Lanza e Nino Savarese, che dichiaravano la loro assoluta libertà intellettuale… si coglie un sistematico processo di recupero quasi filologico e si ripercorre la scia del fervore autentico germinato dal cuore della Sicilia ad opera di intellettuali, oggi noti solo a cultori della materia…, riaccende uno squarcio di luce sulla fecondissima attività culturale che dagli anni Venti, e per in decennio circa, ha percorso la Sicilia… ». Questo libro è una sfida al passato, perché lo scopo dell’autore è quello di far rivivere tempi, luoghi ed emozioni di un tempo che non c’è più, attraverso la disamina di opere siciliane ormai dimenticate da tempo, ma, allo stesso tempo, offre la possibilità ai giovani di conoscere ed apprezzare opere letterarie validissime ancora oggi, con la speranza che possano continuare il lavoro intrapreso. Nella prima parte c’è tutta la storia del “Lunario” nelle sue tre fasi a Enna (1927), a Roma (1929) ed a Messina (1931); nel capitolo secondo sono messe in evidenza le testimonianze sul periodico. Nella parte seconda vi si trova un excursus sulle varie riviste letterarie siciliane dell’epoca (1920-1930); cenni sull’ambiente letterario siciliano e un profilo generale sui quattro “lunarianti”. Nel capitolo IV l’autore fa il confronto, passo dopo passo, del “caso Verga uno e due”. Il primo del 1929 ed il secondo del 1973.Sono pubblicati tutti gli articoli del 1929. In appendice c’è un breve commento sull’articolo di Ermanno Scuderi del 1937 sulla critica verghiana, una lettera inedita di Ercole Patti all’autore, un manoscritto inedito di Aurelio Navarria, una lettera dello scrittore Paolo Marletta all’autore e le citazioni di Giampiero Mughini nel libro A via della Mercede c’era un razzista sulla figura dello scrittore fascista Telesio Interlandi, che aveva creato una complessa redazione di soli siciliani: Mauro Giuseppe Ittar, Ercole Patti, Rodolfo De Mattei, Nino Savarese, Francesco Lanza per finire con Elio Vittorini e Vitaliano Brancati. In buona sostanza in questo volume ci sono i presupposti per una successiva analisi da parte di studenti, tesisti, ricercatori universitari, che intendano approfondire la letteratura siciliana, ed in particolare quella catanese, degli anni Venti e Trenta. Accurata e rilevante la ricerca bibliografica di quel periodo. Molti testi citati si trovano nella biblioteca regionale universitaria e nella biblioteca civica “Ursino Recupero”. Alcuni numeri del “Lunario Siciliano” in originale si trovano presso la facoltà di Scienze Umanistiche, raccolte dalla professoressa Carmelina Naselli.
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