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Anno edizione: 2021
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Ho apprezzato moltissimo la lettura di questo libro della Mazzucco, autrice dalla scrittura poliedrica, sinuosa ed incantatrice. Non è facile ricostruire la vita di un personaggio così complesso come il Tintoretto, ma la Mazzucco riesce perfettamente nella sua impresa, ricostruendo altresì in maniera ineccepibile l’ambiente storico sociale dell’epoca. Adottando proprio il punto di vista del personaggio, in una lunga confessione “ante mortem” si intrecciano storie, sentimenti, destini, emozioni, passioni travolgenti, peccati, bassezze ma anche virtù. E’ impossibile abbozzare una trama perché la narrazione segue il filo dei ricordi del pittore, che apre il suo cuore, la sua mente, il suo non detto in una Venezia così viva, magica, unica in tutti i suoi quartieri, dai più poveri ai più ricchi, nelle feste, ma anche nella calamità della peste. E’ difficile staccarsi dal testo perché sempre più vieni ad immedesimarti nei personaggi come nei suoni , negli odori, nelle visioni, nelle pitture. Le grandi e travolgenti pitture del Tintoretto!! Ti trovi poi così coinvolta nel rapporto tra il pittore e sua figlia Marietta da sentirti tu stessa in imbarazzo di fronte ad un sentimento così profondo e così complesso!! Ogni personaggio è scolpito , o forse, visto il contesto, ritratto in modo molto vivo e completo, tanto da non lasciarti assolutamente indifferente.
Gli ultimi quindici giorni di vita di Jacomo Robusti , il Tintoretto narrati da lui stesso . Una Melania Mazzucco in stato di grazia che attraverso le parole di Jacomo ci conduce e ci accompagna in una Venezia sognata , tra calli e campielli , chiese e conventi . Gli inizi di Jacomo come tintore , da cui il nome , la vita quotidiana , i committenti e le opere ; il funerale di Jacomo addirittura . Un viaggio nel tempo , tutto diventa reale e tangibile nel senso letterale del termine : pare che allungando la mano si possano toccare gli oggetti quotidiani . E , portante nella trama il , suo amore per Marietta , la figlia illegittima . E ancora una folla di mercanti , viaggiatori stranieri , prostitute , gioiellieri . Una meraviglia .
Negli ultimi giorni della sua lunga vita, un anziano e malato Tintoretto ricorda la sua vita a Venezia attorniato dalla sua famiglia e, in particolare, dall’amatissima figlia illegittima Marieta. Il libro è scritto benissimo e ti fa entrare completamente nell’atmosfera della Venezia del Cinquecento attraverso gli occhi di un pittore orgoglioso, indipendente, che è sempre stato sopra le righe e contro le convenzioni. Ritroviamo il tema dell’arte e dell’ispirazione artistica, il desiderio di indipendenza economica al punto da rifiutare lavori ben pagati, l’ambizione smodata di diventare “eterno” che spinge l’artista a fare di tutto per emergere, l’invidia e le gelosie tra i pittori, il rapporto ambiguo con la figlia e tormentato e sofferente con tutti i suoi figli legittimi. E poi ancora Tiziano, la peste, il commercio d’arte, la religione, la condizione femminile, la politica etc. Assolutamente splendido lo stile adottato dalla Mazzucco: continuamente anticipa personaggi o fatti si cui si avrà la spiegazione dopo poche o molte pagine (al punto che all’inizio del libro pensavo continuamente di essere io a non ricordarmi alcuni parti del libro!) e, soprattutto, il racconto della morte di Marieta che si sa dalle prime pagine ma che solo alla fine verrà svelato. E man mano che si prosegue il racconto, la Mazzucco ci descrive tutti i protagonisti e il loro rapporto sempre tormentato e difficile con un padre così famoso e così carismatico, ma anche così egoista da sacrificare tutta la sua famiglia per i suoi desideri e sogni di eternità (in particolare le figlie femmine tutte destinate al convento senza preoccuparsi della loro vocazione o dei loro desideri). Insomma: un vero capolavoro che ti fa venire voglia di conoscere meglio i quadri del Tintoretto e anche le opere dei suoi figli.
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