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Un libro che fonde psicanalisi e giallo. Citiamo. “La tesi di questo libro è che i problemi della psicoterapia [...] presentino analogie con quelli polizieschi. […] esistono infatti numerosi punti di contatto tra i problemi psicopatologici e i problemi presentati dalla scena di un crimine. Il sintomo psicologico (o problema da risolvere) esibisce alcuni elementi tipici del delitto . Entrambi sono realtà diverse da quelle desiderate dalle persone coinvolte. Esse causano sofferenza. Sono perturbazioni di un precedente equilibrio che era più funzionale perché non produceva sofferenza o ne produceva meno. Nonostante questa sofferenza, così come l’enigma poliziesco è difficile da svelare, il sintomo è difficile da modificare [...] Così come nel romanzo giallo i tentativi di svelare il mistero vengono ripetutamente frustrati, nel caso del sintomo i ripetuti tentativi messi in atto dal paziente e dai famigliari per modificare la situazione falliscono inesorabilmente. All’enigma del giallo («Qual è la verità nascosta sotto le apparenze?», o «Come farà a salvarsi l’eroe in pericolo?») corrisponde in terapia la domanda: «Che cosa porterà al cambiamento dell’equilibrio patologico e al raggiungimento di un equilibrio più funzionale?» […] Le premesse dalle quali partono il terapeuta e il lettore di un giallo seguono regole razionali, logiche, tipiche del senso comune; non sono assurde, irrazionali o illogiche. […] Esaminando la struttura del racconto poliziesco si noterà che oltre a un delitto esistono anche un colpevole (non necessariamente consapevole, non necessariamente umano, e che non agisce necessariamente da solo), una situazione di antagonismo o conflitto tra colpevole e investigatore, un detective. Quest’ultimo può scoprire il delitto dopo che è avvenuto (romanzo-enigma), impedire che il delitto abbia luogo (romanzo di suspense) o entrambe le cose (romanzo noir )”. Credo che l'argomento sia abbastanza chiaro. Il giudizio ai lettori.
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