La bacchetta spezzata. Partiture dissolute

Nell’ambito della narrativa moderna non sarà facile trovare scrittori paragonabili, finanche per soli pochi aspetti, alla deliziosa modalità scrittoria di Maurizio De Giglio, la cui capacità “speculativa” e discorsiva pur risultando nel compiuto abilmente curata, quasi ci fosse una costante preoccupazione da parte dell’aurore di risultare chiaro nella narrazione, peraltro riuscendoci alla perfezione, è frutto di una spontaneità istintiva e incisiva. Non servono all’autore giri di parole, descrizioni puntigliose di luoghi ed eventi per raccontare quello che è disegnato nella sua mente. Egli parla al lettore in modo colloquiale “Caro lettore…” affidandogli le sue impressioni, le emozioni, i pensieri così come i dubbi e le inquietudini. Senza timore di mostrarsi per ciò che è, con le sue domande e le sue contraddizioni, l’autore intraprende un cammino che, più che essere meramente rivolto a raccontare una storia al lettore, si risolve anche in una necessità di esternare il proprio mondo interiore per comprendere più a fondo sé stesso… …in quest’opera, in cui ripercorre la storia di un antenato emigrato in America, attraverso un parallelismo con la stessa vita del protagonista, facendosi il suo pensiero più maturo e la sua visione più ottimistica “…Non credo nel caso. Se i sogni sono indissolubilmente intrecciati con la realtà, si avverano. In fondo, non siamo altro che i nostri sogni; è quando poniamo una linea di demarcazione tra realtà e mondo onirico, che perdiamo di vista noi stessi” egli riesce a cavalcare l’onda degli eventi, pur rimanendo in bilico tra ciò che è stato e ciò che rappresenta un futuro di incongnite. Opere preziose di notevole spessore quelle di Maurizio De Giglio destinate a far parlare di sé e che non