Libro molto interessante, abbastanza scorrevole (ovviamente a causa della complessità degli argomenti trattati) e comunque comprensibile. Il modo in cui Sacks espone le sue esperienze in campo medico è, come sempre, sublime.
Allucinazioni
Charles Bonnet, naturalista ginevrino del Settecento, si era occupato di tutto: dall'entomologia alla riproduzione dei polpi, dalla botanica alla filosofia. Quando seppe che suo nonno, ormai semicieco, iniziava ad avere "visioni" di strani oggetti flottanti e di ospiti immaginari, volle stenderne un minuzioso resoconto, che passò inosservato per oltre un secolo e mezzo. Oggi la sindrome descritta da Charles Bonnet, che collegava l'insorgere di stati allucinatori con la regressione della vista - come se il cervello intervenisse, a modo suo, per compensare il senso perduto -, è ormai riconosciuta dalla letteratura medica, anche se viene raramente diagnosticata perché le allucinazioni sono associate alla demenza, alla psicosi, e chi ne soffre tende spesso a tacerne. Ma non è sempre stato così: in altri tempi e in altre culture, gli stati alterati di coscienza venivano percepiti come condizione privilegiata - da ricercare e indurre con la meditazione, l'ascesi, le droghe - e hanno influenzato l'arte, il folclore, il senso del divino. Con questa "storia naturale delle allucinazioni" Sacks aggiunge un ulteriore tassello alla sua "scienza romantica", capace di tramutare la casistica medica in una forma d'arte empatica.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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micc 29 luglio 2024Non tutti sono tristi di "vedere le cose"
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MANUELA CAVALLARO 16 maggio 2018
I libri del neuroscienziato inglese sono ogni volta la scoperta di mondi virtuali creati da fenomeni sconosciuti e impensabili per un lettore normale: in questo caso si parla di interferenze anomale fra input sensoriali e cervello, e conseguenti distorsioni percettive che alterano olfatto, vista, gusto, udito, talvolta persino il tatto. Oltre ad avere origini organiche, gli stati di allucinazione possono anche essere indotti dalla suggestione e dall’autosuggestione, o dalle droghe, sia di natura vegetale che chimica, come anche dimostrato dall’esperienza personale dell’Autore che racconta le sue pratiche di assunzione di stupefacenti e le allucinazioni conseguenti al loro consumo e anche all’astinenza. Su basi scientifiche sono così spiegate manifestazioni che sconfinano nel trascendente, come “sentire le voci”, “avere visioni mistiche” e “percepire presenze ultraterrene”. Nella trattazione della materia, Sacks è supportato da studi clinici e dalle testimonianze dei suoi tanti pazienti, e ha modo di richiamare le esperienze mispercettive vissute – a causa di condizioni patologiche oppure dell’uso di sostanze stupefacenti – da figure storiche come Giovanna d’Arco e l’ammiraglio Nelson, e da celebri letterati quali Nabokov, Dostoevskij, Baudelaire, Huxley, Edgar Allan Poe, Lewis Carroll e occasionalmente Henry James e Strindberg; e lo scienziato rievoca frammenti letterari che si ritrovano in Amleto, Macbeth e Moby Dick, oltre che estensivamente in Alice nel Paese delle meraviglie, titolo che a buon diritto dà il nome a una specifica sindrome.
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I libri del neuroscienziato inglese sono ogni volta la scoperta di mondi virtuali creati da fenomeni sconosciuti e impensabili per un lettore normale: in questo caso si parla di interferenze anomale fra input sensoriali e cervello, e conseguenti distorsioni percettive che alterano olfatto, vista, gusto, udito, talvolta persino il tatto. Oltre ad avere origini organiche, gli stati di allucinazione possono anche essere indotti dalla suggestione e dall’autosuggestione, o dalle droghe, sia di natura vegetale che chimica, come anche dimostrato dall’esperienza personale dell’Autore che racconta le sue pratiche di assunzione di stupefacenti e le allucinazioni conseguenti al loro consumo e anche all’astinenza. Su basi scientifiche sono così spiegate manifestazioni che sconfinano nel trascendente, come “sentire le voci”, “avere visioni mistiche” e “percepire presenze ultraterrene”. Nella trattazione della materia, Sacks è supportato da studi clinici e dalle testimonianze dei suoi tanti pazienti, e ha modo di richiamare le esperienze mispercettive vissute – a causa di condizioni patologiche oppure dell’uso di sostanze stupefacenti – da figure storiche come Giovanna d’Arco e l’ammiraglio Nelson, e da celebri letterati quali Nabokov, Dostoevskij, Baudelaire, Huxley, Edgar Allan Poe, Lewis Carroll e occasionalmente Henry James e Strindberg; e lo scienziato rievoca frammenti letterari che si ritrovano in Amleto, Macbeth e Moby Dick, oltre che estensivamente in Alice nel Paese delle meraviglie, titolo che a buon diritto dà il nome a una specifica sindrome.
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