Portandomi dentro questa magia. Omaggio ai 70 anni di carriera di Sofia Loren

Ritengo che l’autore di Portandomi dentro questa magia abbia centrato in pieno l’obiettivo prefissato. E ciò nella misura in cui la narrazione appassionata di Paolo Lubrano impressiona, suggestiona e seduce il lettore emozionandolo…. Con l’evocazione del fascino atavico ed ancestrale e della magia dei luoghi di origine, icasticamente descritti con struggente efficacia rappresentativa (cfr. … è uno di quei pomeriggi puteolani in cui i colori sono talmente forti che rapiscono gli occhi e creano miraggi…) La meraviglia di quei luoghi trova naturale e necessaria espressione, concretizzazione e compiutezza nel mito senza tempo della Loren, che da quel contesto trae la propria ragion d’essere, di più …. di essere ciò che è stata e che ha rappresentato, ovvero un incontrastato ed incontestato fenomeno artistico di ineffabile portata. L’enfatizzazione della società matriarcale sembra affondare le radici nella prospettazione naturalistica di hobbesiana memoria che, ponendosi in antitesi con il maschilismo e l’antifemminismo della religione, della filosofia e della cultura occidentale, attribuisce “alla madre il dominio originario sui figli…” e “… fra gli uomini, non meno che fra gli altri animali, la prole segue il ventre che la ha generata…” La celebrazione del bello - anche quest’ultima ispirata dalla figura materna dell’autore ed espressa nella introduzione - inteso non nella mera accezione di parametro estetico, bensì di imprescindibile dimensione morale, sembra anch’essa sintetizzare i contenuti della religiosità matriarcale con la sua visione pacifica che abita il mondo avendo cura prioritariamente della sua bellezza ed armonia. Quanto sopra, reso in uno stile narrativo fluido, lineare, scorrevole che avvince il lettore spingendolo ad andare avanti ad oltranza nel leggere il testo tutto d’un fiato…. Per poi ritornare di volta in volta… a scorrere nuovamente le suggestive immagini, a focalizzare l’attenzione sui documenti d’epoca, a gustare le pillole di napoletanità… in sintesi a ripercorrere i passaggi che più lo hanno emozionato, riprovando di nuovo, e non con minore intensità, le stesse emozioni…. Questo è quanto accaduto a chi scrive. Bravo Paolo Lubrano!