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La deposizione - Pascale Robert-Diard - copertina
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deposizione

Descrizione


Conservato per quarant'anni nel cuore di una famiglia, un segreto spaventoso emerge all'improvviso alla luce.

Questa è la storia vera di un assassino che non ha soltanto ucciso la sua giovane amante, ma ha costretto al silenzio la sua famiglia con una personalità manipolatrice e diabolica. Ed è la storia di un figlio che ha trovato la forza di ribellarsi al padre seducente e mostruoso, perché «il segreto uccide piú della verità».

Un lunedí di primavera, 7 aprile 2014, un'aula di corte d'assise nel tribunale di Rennes, Francia. Si processa un uomo, Maurice Agnelet, accusato di aver ucciso la giovane amante, Agnès Le Roux, quasi quarant'anni prima, a Nizza. La vittima proveniva da una famiglia molto in vista, proprietaria di un casinò sulla Promenade des Anglais. Il cadavere della donna non è mai stato ritrovato, rendendo il lavoro dell'accusa, dopo tre processi, ancora piú difficile. Agnelet si è sempre professato innocente, e la sua famiglia, moglie e due figli ormai adulti, non ha mai smesso di sostenerlo nella sua battaglia. Pascale Robert-Diard segue il processo per il suo giornale, solo un drappello di cronisti irriducibili assiste alle battute conclusive. Appassionati al caso mai risolto, affascinati dalla figura manipolatrice e quasi diabolica dell'imputato, ma anche dall'atmosfera magica della Costa Azzurra che rivive nelle testimonianze, e dallo «sfondo di pantaloni a zampa d'elefante, sciarpe lavorate ai ferri e khol sugli occhi» dei lontani anni Settanta. È a questo punto che il caso di cronaca nera di quarant'anni prima acquista la cadenza solenne e l'impellente necessità dell'antica tragedia. Uno dei figli di Agnelet, Guillaume, sale sul banco dei testimoni e accusa il padre di omicidio, rivelando di sapere da anni della sua colpevolezza, confessando di aver testimoniato il falso in passato. Accettando il confronto con la madre e il fratello, che continuano a difendere l'assassino. Affermando che «il segreto uccide piú della verità». Una deposizione che per Guillaume ha diversi significati, quanti quelli della parola stessa: testimonianza, liberazione da un peso, ma anche «rimozione di qualcuno dall'esercizio di un potere». Come se il figlio avesse compiuto la sua rivoluzione contro il padre.
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Dettagli

2017
9 maggio 2017
136 p., Rilegato
9788806233624
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Indice

Quel lunedì 7 aprile 2014, sul Tgv Parigi-Rennes delle 7.09, arrivo alle 9.12, mi sentivo come ci si può sentire un lunedì di corte d'assise. Il giorno precedente avevo rivisto 1974, une partie de campagne, il film di Raymond Depardon sulla campagna presidenziale di Valéry Giscard d'Estaing. Mi estasiava l'immagine del candidato che, stretto sul sedile posteriore di un'auto, disciplinava con il pettine la sua unica ciocca di capelli che una brezza maliziosa faceva sventolare. Intorno a lui la Francia era giovane, i ragazzi portavano giacche attillate e il, seno nudo delle ragazze premeva sotto le t-shirt. Assomigliavano tutte ad Agnès Le Roux. La giovane donna è scomparsa nell'autunno dl 1977. Il cadavere non è mai stato ritrovato. Nel palazzo di giustizia di Rennes si processava un vecchio dal colorito cieco, la faccia invasa da una folta barba bianca, che era accusato di averla assassinata. Già attendevo il momento in cui, varcata la porta, avrei lasciato fuori i sussulti del mondo per interessarmi solo di ciò che accadeva lì, nello spazio al tempo stesso angusto e immenso dell'aula. Il processo a Maurice Agnelet entrava nell'ultima settimana. I banchi della stampa, dove all'inizio ci affollavamo ancora, si erano sguarniti. Eravamo rimasti in pochi ad appassionarci a quel caso e alla sua peculiare atmosfera da coste del Mediterraneo, alla personalità sconcertante di un imputato di settantasei anni che affrontava per la terza volta corte e giurati e al mistero della scomparsa della sua amante, la cui voce supplichevole incisa sui un vecchio registratore a nastro - si sentiva il «clac, pshh» del tasto premuto con l'indice - risuonava nell'aula.

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