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Un titolo intrigante per un libro che si legge come un romanzo, se si amano gli animali. Soprattutto se si ama fotografarli. E l'amore per gli animali e per la fotografia (ma non solo) permeano questo volumetto, che sarebbe stato sicuramente più bello se completato da foto a colori. Gli amanti della fotografia avrebbero certamente apprezzato le belle foto, utili anche a coloro che quegli animali non li conoscono ancora, o ne ignoravano il nome. Sono contadina di nascita, abituata alla vicinanza di molti degli animali di cui si parla, ma certo non avrei mai immaginato l'esistenza di un ragno-lupo. E anche se la descrizione è accuratissima, completata dai disegni, una sua foto l'avrei guardata volentieri. Anche se ho letto il libro con attenzione, non credo che arriverò ad amare il ramarro, che mi fa trasalire quando allungo la mano a raccogliere le more e lo trovo lì, impassibile, che mi guarda fisso; né il topolino domestico, che pure osservo quando corre sul pergolato per mangiare l'uva fragola matura; né il rospo né il colubro, che mi fanno ribrezzo ovunque li incontri; né la vespa che punge (non riesco a dimenticare che mio padre è morto di shock anafilattico provocato da una sua puntura). Amo invece raccogliere personalmente le chiocciole, dopo la pioggia, per poi cucinarle in tanti modi diversi. Agli animalisti questo non piacerà, ma per vivere bisogna mangiare: del resto, vegetariani o carnivori, viviamo sempre della morte degli altri. Continuerò a odiare il ragno che mi riempie la casa di ragnatele, però comincio ad osservare con più tranquillità il geko e il porcellino di terra: è già un risultato!
Un libro da leggere tutto d’un fiato. Un trattato di zoologia, un manuale per imparare ad osservare/fotografare un animale senza provocargli danni di alcun genere; scritto con linguaggio dotto ma scorrevole, a mo’ di racconto dal quale si evince tutto il rispetto che l’autore ha del creato. Un libro adatto a chi ha poca dimestichezza con la natura, ma anche a chi ne ha (o crede di averne); ognuno potrà trovarvi cose interessanti e potrà imparare a conoscere una parte del mondo che lo circonda. Certo, l’aggiunta di immagini renderebbe l’opera completa(chissà quanti hanno visto gli animali trattati)! Un piccolo suggerimento per l’autore, dettato da una mia personale difficoltà a leggere il greco: quando si scrive il termine greco dal quale deriva un altro termine italiano, scriverlo, oltre che utilizzando l’alfabeto greco, utilizzando il nostro alfabeto; per es. (dal greco: ????? (lithos) = "pietra, roccia"). Lo stesso discorso varrebbe per altre parole scritte utilizzando alfabeti diversi dal nostro. Giovanni Monaci
Una lettura da non perdere in compagnia dell'autore Piero Bottali o anche a soli osservando direttamente il meraviglioso mondo di una natura anche minuta eppure eccezionalmente ricca di equilibri e di sorprese. Piero Bottali è capace di usare un linguaggio dotto eppure pacato, comprensibile e accattivante: in questo modo attira il lettore in una peculiare "tela del ragno" che offre anche il metodo per imparare a leggere autonomamente e non trascurare gli "incontri" che la natura ci può riservare. C'è tanto amore e armonia in queste pagine, sia che trattino di un piccolo insetto sia che narrino il personale rapporto con un cane o un cavallo. E' auspicabile che Piero continui a portarci per mano in questa percezione equilibrata e al tempo stesso immaginifica, tanto da sembrare - e non essere mai - una favola. Sarebbe consigliabile che una prossima edizione adottasse scelte iconografiche idonee a supportare l'efficacia della parola. Marco Giovannetti
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