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Nel bicentenario 1797-1997, la cultura italiana ha affrontato in modi diversi il singolare viluppo di sentimenti che unisce la penisola di fronte all’emergere della moderna istituzione della democrazia sociale e dello Stato. Napoleone Bonaparte ne fu il fondatore e tuttavia la sua azione non fu sempre rispettosa dei caratteri e delle peculiarita’ che risplendevano soprattutto dalle ricchezze d’arte e di storia di un paese del quale il Generale, peraltro, dichiarava di amare, in tutta la sua estensione, la bellezza. In quegli anni, la conclusione cronologica del secolo XVIII vide giungere a conclusione storica lumi e riformismi che anche gli Antichi Stati italiani avevano condotto spesso ad ammirevole maturazione. Molte sono le occasioni di eccezionale modernita’ di pensiero culturale ed artistico che attraversarono e sostennero Roma e lo Stato delle Legazioni. La vastita’ dell’animo, della cultura e degli interessi estetici di due Pontefici, Pio VI Braschi e Pio VII Chiaramonti, e’ anche l’immagine della straordinaria personalita’ di due cesenati che la storia mise a fronte di vicende tempestose e tuttavia esaltanti. La costruzione del Museo Pio-Clementino nei Palazzi Vaticani, modello della museologia dell’assoluto estetico da valere per tutta l’Europa, e la stesura del famoso Chirografo del 1802, anno di fondazione di una moderna visione del patrimonio artistico e della sua tutela, sostano come eventi luminosi sull’orizzonte di Roma cosi’ come, per molti versi, della stessa Romagna delle riforme e del neoclassicismo. Gli scritti ospitati in questo volume sono nati dal Convegno organizzato nel maggio 1997 dalla Fondazione Cassa di Risparmio e dalla Cassa stessa, disegnato dall’Accademia Clementina di Bologna in omaggio alla grande e terribile stagione secolare dei due Pontefici cesenati.
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