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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Nel ritratto potente di una scanzonata provincia americana, Steinbeck intesse da maestro una vicenda universale, la ricerca della normalità dopo il trauma della guerra, la voglia di vivere "quel fantastico giovedì" in cui nulla di male può accadere.
«La straordinaria qualità della scrittura di Steinbeck è la sua sensibilità per la vita, i pensieri e le aspirazioni della gente comune» – Spectator
John Steinbeck torna nei luoghi di Vicolo Cannery per raccontare il mondo allegro di barboni, ubriachi e prostitute che anima le strade di Monterey, California, subito dopo la seconda guerra mondiale. La città saluta con euforia il ritorno del biologo Doc dal fronte, ma i suoi occhi hanno perso la leggerezza del passato, la sua generosità verso gli altri nasconde ora una tristezza da cui cerca di fuggire dedicandosi ai propri studi. Intorno a lui, personaggi vecchi e nuovi si rincorrono tra amori, risate e lacrime: Fauna, la proprietaria del bordello, Hazel, che si esercita da Presidente, e soprattutto la giovane e testarda Susy, che si troverà sospinta tra le braccia di Doc con il difficile compito di fargli tornare il sorriso.
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Ogni abitante di Cannery Row è un personaggio, particolare e a suo modo ammirevole. Ognuno indimenticabile. La trama e la storia d'amore invece non mi hanno colpito molto, alla lunga noiose. Rispetto al ben più famoso "Furore", in questo romanzo l'ambientazione è molto più statica e l'umore è meno tragico, più sereno e divertente. Manca poi un respiro epico che mi ha fatto adorare il suo capolavoro. Nonostante ciò, leggerò anche gli altri due della "trilogia" (prima o poi), perché voglio ritrovare i personaggi che tanto mi hanno commosso.
Se avete amato "Vicolo Cannery", non potrete fare a meno di leggere "Quel fantastico giovedì", che è la sua coinvolgente continuazione. Steinbeck si conferma straordinario narratore dell'America degli ultimi, della loro difficile esistenza. Tutto si trasforma e dopo la Seconda Guerra Mondiale anche il vicolo, dove tutto pareva irrimediabilmente sempre uguale a se stesso, deve confrontarsi con le molte novità che ne stravolgono l'esistenza. Fra voglia di recuperare il tempo passato e inevitabile spinta ad andare avanti si snoda una storia che offre pagine di struggente umanità.
Gli stessi personaggi di Vicolo Cannery (o quasi), stessa Monterey, ma qui c’è una coralità maggiore. La gente è semplice e i valori che incarnano sono semplici e genuini, una comunità in cui vige profondo il senso della fratellanza e uguaglianza. Ma rispetto agli altri libri dei Steinbeck qui l’atmosfera è più rilassata, l’humor dell’autore più pungente, quasi scanzonato, e il ritmo degli eventi più veloce. Nessuna meravigli se da quest’opera sia stato tratto un “musical”. Siamo lontani dall’epopea triste e drammatica dei grandi capolavori ma la lettura è piacevole, la prosa è più matura e coinvolgente.
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