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Un libro completo, forte e chiaro. Rothbard è un intellettuale interessantissimo: economista americano appartenente alla Scuola Austriaca (per cui sarebbe più corretto parlare di scienziato sociale piuttosto che economista, data l'ampio respiro degli studi fatti dai suoi appartenenti, che li differenzia per esempio dalla scuola economica di Cambridge - quella di Keines, la quale afferma lo studio economico ben distinto dagli altri studi sociali), allievo di Mises: uno di quegli allievi che apprende brillantemente l'insegnamento del maestro e lo spinge più in là, fino alle estreme conseguenze che in questo caso prendono il nome di anarco-capitalismo. Infine il Rothbard politico, anima e mente del terzo partito d'America, il partito libertario. Il libro, nonostante privilegi la parte tecnica, dà un buon assaggio di Rothbard: la veste economista quando introduce alla tematica principale del ciclo economico misesiano, quando analizza gli effetti economici di determinate scelte politiche. Lo scienziato sociale quando ricollega le politiche dei principali attori della crisi, alle conseguenze sociali della "Depressione" e lo storico nel suo raccontare raffinatamente l'amministrazione Hover (per la quale risalta un' antipatia schiettamente politica, cui arriva a preferire il più statalista ma efficace Roosvelt). Il saggio, passando per una minuziosa analisi fortemente critica delle banche centrali, in particolare quella inglese e americana, si conclude con la fine della presidenza Hover. Sfata il mito che vorrebbe il "laissez-faire" di tale amministrazione a causa della crisi e ribalta il giudizio: quest'ultima è colpa dell'interventismo di Hover. Serva di lezione alle varie dottrine economiche anti-cicliche e a chi approfitta della crisi per riaffermare il primato della politica. Si arriva anzi a difendere il ciclo come momento di riequilibrio, cui dovremmo limitarci a goderne dei benefici, come la deflazione, e lasciar che l'economia assorba da sola le sue "perdite" (come la disoccupazione). Pena una decina d'anni di depressione, se basta... Ma tale lezione sembra per ora confinata dentro le librerie. Purtroppo.
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