La scatola di cartone

In un noioso pomeriggio invernale, Tiziana, la protagonista di questo romanzo d’ispirazione autobiografica, trovandosi nella signorile casa dei nonni ne esplora i meandri abbandonandosi ad un rito di ricerca delle origini, dei significati reconditi degli oggetti simbolici per la storia familiare, in un viaggio dentro la casa e dentro se stessa che oltre a suggellare la memoria dei suoi cari è anche una coccola per se stessa. Si imbatte casualmente, o forse per una decisione pregressa del destino, in una scatola di cartone in cui ritrova lettere, vecchie fotografie e ricordi raccolti e scritti dalla sua cara nonna Carmen. Come se la sete di conoscenza e la necessità di ancorarsi alle sue radici trovasse risposta nelle memorie ritrovate della nonna, Tiziana attinge, simmetricamente al desiderio del suo cuore, alla fonte di conoscenza delle sue origini perspicacemente lasciatele in eredità dalla nonna Carmen. In una narrazione incalzante il lettore viene risucchiato dalla curiosità contagiosa di Tiziana, che leggendo le epistole della nonna Carmen ne scopre le nobili origini siciliane, le tribolazioni amorose, il coraggio e la forza d’animo di una donna risoluta e indipendente che sceglie di autodeterminarsi e andare a studiare francese alla Sorbona di Parigi. Parallelamente, con grande maestria nella conduzione del ritmo narrativo e minuziose descrizioni di ambienti ed emozioni nonché dettagli storici, l’autrice utilizza l’escamotage dell’epistola-diario in cui la nonna scrive la storia del nonno Antonino, che diventerà suo marito, per farci conoscere quest’uomo determinato e che ha affrontato le avversità e le sofferenze della vita con grande dignità e nobiltà d’animo. Il destino lo porterà a Parigi ad insegnare nella stessa scuola in cui lavora Carmen, ed è lì che le loro vite si incroceranno indissolubilmente e dove toccheranno con mano gli orrori del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale, opponendosi agli ideali nazisti e pagandone anche il prezzo per la loro coraggiosa ribellione. Con una delicatezza rara, Tiziana Bertuccelli al suo romanzo d’esordio fa un lavoro minuzioso e straordinario dimostrandosi una narratrice coinvolgente, attenta a soddisfare la curiosità del lettore ma anche in grado di trasmettere l’orgoglio e la bellezza dell’appartenenza al nucleo familiare, alla “sicilianità” volta a custodire le radici pur guardando al mondo come ad una patria universale dell’umanità, in un perfetto equilibrio tra patriottismo e multiculturalità in cui essere fedeli alle proprie origini e a se stessi rappresenta il fulcro, il motore della vita. Con questo romanzo l’autrice conduce con delicatezza alla riflessione sulla bellezza di ogni vita, sull’importanza dell’ascolto e dell’osservazione, sul culto del dettaglio captando il quale spesso si arriva all’essenza delle cose. È un inno al valore del riconoscimento delle radici di appartenenza, all’importanza che assume la narrazione, e con essa il suo ascolto profondo, nel tramandare la storia senza la quale perderemmo la nostra identità, in un universale destino umanitario in cui la globalità delle storie che ci appartengono ci rendono al contempo unici ma analoghi, tutti uniti dal desiderio prezioso di specchiarci nell’autenticità delle nostre personali scatole di cartone. Una lettura preziosa.