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Anno edizione: 2020
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Il racconto in prima persona della dottoressa che ha salvato il "Paziente 1".
«Grazie alla "pazza clinica" di Annalisa Malara, l'Italia e l'Europa hanno avuto il tempo per tentare di rallentare l'epidemia» - La Repubblica
Troppo alto il costo in termini di vite umane pagato al coronavirus. L'ho visto con i miei occhi e non posso né voglio tacere ciò che ho imparato in corsia.
Codogno. Una notte in ospedale. In pronto soccorso arriva uno strano caso di polmonite. Il mattino dopo la dottoressa Annalisa Malara, anestesista, è di turno in terapia intensiva quando portano Mattia. Giovane, atletico, eppure si è aggravato di colpo e la TAC è chiara: polmonite interstiziale. Perché le terapie non funzionano? Contro cosa combatte, il corpo di Mattia? È il 20 febbraio e da poco più di un mese si ha notizia di un virus misterioso che uccide, a Wuhan. In Italia però non sta circolando e secondo il protocollo sanitario nazionale Mattia non è un soggetto a rischio. Eppure. Annalisa non perde tempo e si procede d'urgenza con un tampone. Positivo. Mattia Maestri è il primo paziente italiano a cui viene diagnosticato il Covid- 19. È in arrivo uno tsunami e dall'ospedale di Codogno hanno appena suonato la campana d'allarme. Da quel giorno la vita di Annalisa e di noi tutti è cambiata. La pandemia, che era stata prevista ma a cui nessuno era preparato, ha dilagato. Per mesi infermieri e medici come Annalisa hanno lavorato su turni massacranti, senza pause, senza risparmio, per assistere centinaia di migliaia di malati. In molti hanno perso la vita facendolo. La storia di Annalisa, dei suoi colleghi a Lodi e Codogno e di come hanno fatto scudo all'avanzata dell'epidemia è la storia di Davide e Golia: piccoli ospedali con pochi mezzi, schierati contro un mostro spaventoso. Ma è anche una storia di tenacia e competenza. Ed è, più di tutto, una storia di cura che ci riguarda tutti molto da vicino.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Come specifica nell'introduzione nessuno deve aspettarsi un trattato di virologia, anche se chiaramente si parla della pandemia e delle terapie impiegate. E invece un toccante spaccato di una emergenza sanitaria ma soprattutto umana, vissuta attorno al paziente numero 1. Un libro che mi ha commesso e che commuoverebbe molti, un libro con tante domande, tanti spaccati di vita quotidiana. Merita di essere conosciuto e si legge piacevolmente.
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