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La splendida. Venezia 1499-1509
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La splendida. Venezia 1499-1509 - Alessandro Marzo Magno - copertina
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splendida. Venezia 1499-1509

Descrizione


Lo straordinario decennio in cui Venezia sostituisce l’oro al ferro: entra da grande potenza militare ed esce da maestra delle arti e della bellezza. Nasce un mito.

Venezia è nel 1499 una grande potenza europea. Solo dieci anni dopo – sconfitta militarmente e politicamente dalla Lega di Cambrai – è una sopravvissuta. Con quell’inizio Cinquecento si sgretola il suo dominio e inizia una decadenza dorata che durerà ben tre secoli: uno stato tanto ricco e potente poteva deteriorarsi solo con una magnificente lentezza. La Serenissima repubblica sostituirà allora la forza con l’ostentazione, la potenza con la ricchezza, il ferro con l’oro. Sarà il suo modo per recuperare il formidabile colpo inferto da tutti i grandi stati d’Europa – esclusa la sola Inghilterra – coalizzati contro di lei e il conseguente rischio di scomparire per sempre dalla carta geografica. Venezia non sarà più potente, ma splendente, e riuscirà a mantenere un proprio ruolo centrale utilizzando l’arte, l’architettura, le celebrazioni delle ricorrenze civili e religiose. Non potrà più intimorire con il clangore delle armi, ma riuscirà a meravigliare con il tintinnare delle monete. E che monete: a metà Cinquecento il ducato comincia a essere chiamato zecchino e il suo prestigio sarà tale che ancora oggi definiamo zecchino l’oro puro. La Venezia del Cinquecento è quella del mito arrivato fino a noi: la città dei palazzi di Sansovino, della celebrazione del governo perfetto e della giustizia equanime, della rivoluzione del colore che influenzerà tutta la pittura successiva. Nel magnifico decennio raccontato in queste pagine avvincenti, Venezia diventa l’ombelico del mondo: Giorgione dipinge la Tempesta, esordisce Tiziano, muore Gentile Bellini, si devia il fiume Brenta, si inaugurano monumenti (primo tra tutti la torre dell’Orologio); brucia il fondaco dei Tedeschi e in tre anni (tre anni!) viene ricostruito; Aldo Manuzio pubblica il primo libro tascabile della storia e Ottaviano Petrucci il primo libro musicale a caratteri mobili (entrambi nel 1501); i portoghesi circumnavigano l’Africa e rompono il monopolio veneziano nel commercio delle spezie; nel Maggior consiglio i patrizi votano utilizzando un’urna chiusa – la prima che si conosca – e quando vogliono farsi eleggere si accordano nel broglio; si ha per la prima volta notizia di un’asta di opere d’arte; risiedono a Venezia il pittore Albrecht Dürer e il filosofo Erasmo mentre il matematico Luca Pacioli pubblica il libro che riproduce i solidi leonardeschi. Alessandro Marzo Magno ricostruisce lo stupefacente susseguirsi di eventi che hanno portato la Dominante – così veniva chiamata la città di Venezia – a essere la fucina delle arti che conosciamo e amiamo.
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Dettagli

2
2019
3 ottobre 2019
Libro universitario
280 p., ill.
9788858135488

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Scritto da Alessandro Marzo Magno, celebre giornalista e scrittore, veneziano DOC trapiantato a Milano. Libro assai apprezzato per lo stile della sua scrittura: precisa ma non pedante, anzi efficace nel trasmettere la bellezza di una Città che nel decennio analizzato era al culmine del proprio stato di grazia. Un capitolo straordinario che nel 1509 è stato bruscamente interrotto. Assai interessante è sapere che, dopo il recupero dei territori perduti (eccetto Trentino, Romagna e Puglia), la Dominante non è più la macchina da guerra che era stata sino a quel momento, cioè impetuosa e apparentemente invincibile: non che perda del tutto la sua potenza bellica (basti vedere l’ambito navale), diciamo che lo slancio ne risulta un po’ più contenuto. La Venezia post Cambrai (cioè successiva al periodo 1509 - 1517) è la Venezia che diventa incontrastata Regina delle Arti e che trasforma la propria potenza rendendola più sottile e seducente, più femminile, accrescendo e alimentando in primis quel mito che essa stessa aveva fondato e che l’avrebbe resa celebre a livello mondiale. Ciò smentisce la lettura comune che vede la Serenissima iniziare una parabola discendente che la considera già sulla strada del tramonto. Apprezzato altresì il fatto che il libro non prendesse in esame solo il classico aspetto politico-militare o - in alternativa - i vari aspetti della società veneziana studiandoli a compartimenti stagni. Le varie sfaccettature della Venezia di inizio Cinquecento sono state incastonate in maniera meravigliosa, facendo risplendere il quadro tratteggiato. Le sfaccettature sono state affrontate con il giusto grado di dettaglio, sennò il rischio era di voler dire tutto ma in modo superficiale, oppure di voler dire tutto facendo un’opera enciclopedica. Conclusa la lettura posso dire di essermi ritenuto davvero appagato e soddisfatto, pertanto sono convinto nel voler leggere altri libri - passati e futuri - dell’autore in questione. Massimo Bonomo

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Alessandro Marzo Magno

1962, Venezia

Alessandro Marzo Magno, veneziano, laureato in Storia veneta all'Università di Venezia, vive e lavora a Milano. È stato per dieci anni caposervizio esteri del settimanale «Diario». Ha pubblicato tra l'altro La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001 (2001), Venezia degli amanti. L'epopea dell'amore in 11 celebri storie veneziane (2010), Piave. Cronache di un fiume sacro (2010), Atene 1687. Venezia, i turchi e la distruzione del Partenone (2011), L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo (2012).

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