Ventiquattr'ore nella vita di una donna

“Involontariamente alzai lo sguardo e il volto di questa vecchia signora gentile e insieme un po’ smarrita mi sembrò meravigliosamente commovente. Era il riflesso d’una antica passione, era turbamento che a un tratto le accendeva le guance fino ai capelli bianchi? Stava lì come una fanciulla, confusa come una sposa, vergognosa della propria confessione. Involontariamente commosso, sentivo il bisogno di comunicarle con una parola il mio profondo rispetto. Ma un nodo mi serrava la gola. Allora mi inchinai a baciare devotamente la mano vizza che tremava leggermente come una foglia d’autunno”. Caro Zweig, ti ho conosciuto con la novella degli scacchi e mi sono innamorata delle tue narrazioni brevi e piene di tensione narrativa e indagine psicologica. Oggi, tra le varie, mi hai regalato anche il desiderio di rileggere dopo tanti anni “Il giocatore” di Dostoevskij di cui incomincio a serbare ricordi piuttosto vaghi. Se si potesse dirti grazie, devotamente, direi grazie. ❤️

Sono rimasta molto impressionata dalla padronanza del linguaggio di Zweig nel trasmettere la potenza delle emozioni vissute dalla protagonista tale da far quasi sentire ogni battito del suo cuore. Difficile credere che l'autore non abbia vissuto in prima persona la frenesia di una follia così cieca e totale da influenzare il resto della propria vita tanti sono i pensieri e le azioni irragionevoli trasportati su carta. Nel testo si descrive il racconto di una passione irrefrenabile e inaspettata che una donna vive suo malgrado per un giovane sconosciuto nelle ventiquattro ore più impreviste ed emozionanti della sua vita. Mi è piaciuto molto.