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Anno edizione: 2020
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Chi uccise il più scomodo giornalista italiano?
Sono passati più di quarant'anni dalla morte di Mino Pecorelli, e quell'omicidio resta un caso irrisolto, un mistero tra i molti che ancora ammantano quella tremenda stagione della storia d'Italia registrata dalle cronache col nome di «annidi piombo». Una stagione di trame e sottotrame, di incroci pericolosi fra apparati dello Stato, terrorismo, mafia, massoneria, ingerenze straniere... Pecorelli in quel torbido ci sguazzava: giornalista dal fiuto eccezionale, aveva contatti e fonti nel mondo della politica, fra i militari, nei servizi segreti, nella P2. E i suoi articoli su OP , la rivista da lui fondata e diretta, erano bordate terribili, in grado di far tremare molti potenti. Questo libro ripercorre la vita e le inchieste di Mino Pecorelli, alla ricerca della verità sulla sua morte. È un viaggio allucinante, negli oscuri meandri in cui si incrociano le vicende dell'eversione nera, della P2, di Gladio, ma Raffaella Fanelli è anche lei un segugio di razza, capace di muoversi fra le molte piste confuse e di non mollare, anche con coraggio, quando trova una traccia. E di guidare con sicurezza il lettore. Se si vorrà, finalmente, accertare la verità, è da questa indagine che bisognerà ripartire. Perché la verità può essere scomoda, può essere nascosta, può venire negata, ma esiste. E uomini come Pecorelli, che per lei hanno datola vita, la meritano.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Per chi volesse conoscere la storia e la figura di Mino Pecorelli o per chi volesse ricordare o approfondire la storia d'Italia negli anni '70, questo libro può rappresentare un utile punto di riferimento. Certamente raggiunge l'obiettivo di "riabilitare" il nome del giornalista, per tanti anni figura controversa e di cui viene sottolineata la professionalità e la capacità. Il libro cerca, inoltre, di offrire delle ipotesi sui motivi del suo omicidio e di fare chiarezza sul quel periodo storico. Nel complesso, quindi, lo consiglio anche se bisogna far presente che, nonostante le numerose note presenti, in alcune pagine la narrazione non è molto lineare. In parte ciò è dovuto alla oggettiva complessità delle vicende trattate, in parte si sarebbe, forse, potuto tratteggiare un quadro un po' più schematico per facilitare la comprensione del lettore.
In questi ultimi anni vi sono giornalisti che si sono impegnati seriamente nella ricerca delle cause che hanno determinato le attuali condizioni del nostro Paese. Oggi ho la possibilità di fermarmi a riflettere su quanto sta accadendo e mi accorgo che vi è un filo conduttore unico che dal dopo guerra ad oggi continua ad agire negativamente sulla nostra società : cambiano le modalità non gli obiettivi e le nuove generazioni non sono pronte a promuovere e realizzare quel radicale cambiamento di cui ha bisogno questo Paese. Pecorelli ha percorso strade pericolose alla ricerca della verità ed è stato travolto da quel potere che determina tutt'oggi la nostra storia.
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