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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2011
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Anche se quanto scritto in questo libro può risultare banale, scontato, leggere tutti gli aspetti che definiscono azioni quotidiane nei rapporti può aiutare a riflettere su se stessi e sugli altri. Fare chiarezza sui sentimenti può giovare i rapporti.
“Sull’amore” è un libro che spiega, illumina, snocciola, chiarisce senza mai semplificare o sminuire il concetto di amore nel senso più stretto e anche più ampio del termine. Crepet, attraverso definizioni ed esempi di vita reale, svela al lettore le sfaccettature di un tema cosi ampio, cosi antico ma al quale non veniamo mai davvero educati se non attraverso le esperienze (non sempre sane) di vita. Si parla di amore romantico, amore per i figli, amore per il proprio lavoro, si parla di passione, di gelosia e del suo opposto, la complicità, di eros, di autoerotismo, di conoscenza di sé e consapevolezza dell’altro, del coraggio di amare e vivere. Si parla del modo umano di amare, dei modi sbagliati che ci conducono ai sensi unici della vita, si parla di sesso e amore e di amori falliti che aiutano a crescere ma al prezzo di una piccola grande fatica che è la rielaborazione sana. Dice Crepet che “Per innamorarsi occorre <<saper sentire>>: sembra scontato ma non lo è. È il sentire l’altro, l’aria, il mondo, se stessi”… Già, chiarisce più avanti nel libro, perché innamorarsi significa identificarsi nell’altro, aumentare la propria sensibilità per avvertire di più, sentire meglio e capire, vivere di una comprensione profonda che chi non ha ancora sperimentato almeno una volta l’amore non può conoscere. Si impara a comunicare senza parole e si è disposti a cambiare la propria prospettiva. Il tutto viene spiegato attraverso uno stile semplice e brillante, scorrevole. Consiglio di leggerlo perché è un ottimo manuale per chi volesse approfondire alcune dinamiche disfunzionali proprie e acquisire delle consapevolezze in più sui rapporti interpersonali. Illuminante.
“E se l’amore semplicemente non rappresentasse l’argomento più difficile da discutere ma anche il più urgente?” Proprio questo è il punto cruciale, l’urgenza: c’è urgenza di parlare d’amore, perché è vero che se ne parla, ma spesso lo si fa molto male. Tutto inizia quando qualcuno ci fa battere il cuore per la prima volta: questo sentimento ci coglie impreparati e ci sconvolge. Perché l’amore “è sentimento estremo, non tepore ma febbre alta. Produce sempre una rivoluzione.” Eppure in qualche modo si può (e si deve) educare all’amore! Questo compito spetta in parte ai genitori, i quali spesso se ne tirano fuori volentieri. Parlare d’amore con i propri figli non è affatto facile, vuol dire saper rispettare i sentimenti dell’altro, sapersi mettere da parte, non “interrogare il figlio per avere un resoconto” ma chiedere cosa prova e se si sente rispettato; Sono domande diverse che aprono la strada a risposte diverse e a un rapporto diverso. Innamorarsi è importante: “Se un ragazzo o una ragazza a trent’anni ammettessero di non essere mai stati innamorati, significa che non sono mai cresciuti. La passione mette sotto carica la vita, la fa tendere come un arco, la fa esplodere. Senza di essa non si può affermare di conoscersi, né di essere maturati” Eppure con i tempi che corrono sembra un lusso trovare il tempo da dedicare ai propri sentimenti, l’agiatezza ha illuso di poter scalare le vette dei desideri senza sudore: anche l’innamoramento deve diventare facile, persino programmabile. Così viene sempre più snaturato. […]Probabilmente oggi pochi sono disposti a complicarsi la vita. La componente emotiva viene soffocata, alienata, limitata solo perché si ha paura che conduca verso la tempesta, l’esplosione dei sentimenti, l’urto delle passioni. […]Ci si ostina a capire, mentre si dovrebbe iniziare a sentire. L’innamoramento mette in discussione tutto, dalle convinzioni personali da sempre considerate definitive, ai principi, fondamenta delle nostre sicurezze. Potrebbe sembrare una rovina, ma non lo è. Se non avvenisse, non si sarebbe mai costretti a fare i conti con se stessi. Vacillare costringe a rivedere le sicurezze, cercare un nuovo baricentro. Ad un certo punto però l’innamoramento finisce, a volte si conclude, altre volte si trasforma in amore vero e proprio. Crepet definisce questo come un “cambiamento di stato” in cui qualcosa si perde, qualcosa si guadagna. Si comincia a conoscersi reciprocamente davvero e con meno ansia. Tuttavia molti fanno fatica a fidarsi, si fermano prima perché hanno paura della profondità dei sentimenti perché l’amore profondo e maturo è considerato sinonimo d’invecchiamento. Quando invece l’innamoramento finisce di crescere, esso non riesce a compiere il passaggio verso l’amore, perde smalto e si spegne. A volte, purtroppo, si ferma a metà nel senso che non evolve, ma nemmeno si chiude. […]soltanto per la paura di dover ricominciare da soli, per l’angoscia di tornare a casa e trovare le luci spente. C’è chi si accontenta anche solo di una lampadina accesa, pure se di acceso nel rapporto non è rimasto altro. In queste situazioni, l’unica via di fuga passa per la dignità. E una parola che raramente viene associata all’amore. Viene scoperta, tardi, troppo tardi. In realtà, quando l’amore perde la dignità, non è più amore. La dignità è sapere che si ha il diritto di negarsi, e credo sia importante soprattutto nell’età adulta. In amore si possono perdere i limiti ma non quelli della dignità: rappresentano il muro oltre il quale non si deve andare, mai. Invece, per debolezza o viltà, viene superata e mai con gioia, mai ottenendo reciprocità, sempre perdendo e a volte perdendo tutto. E arriviamo quindi alla conclusione, la fine di un amore. Gli amori vanno rispettati perché sono dei grandi sentimenti e quando finiscono bisogna avere la consapevolezza e la tenerezza di chiuderli in una cornice. Tenerli in vita a tutti i costi li rende meno dignitosi. Il bello è che l’amore non finisce, se davvero è esistito. Ogni uomo insegna a una donna e ogni donna insegna a un uomo qualcosa. Non si può giudicare l’amore, occorre ascoltarlo per ciò che vivrà nella memoria. Contribuisce all’educazione sentimentale di ognuno. Cancellare, scordare, rimuovere, rappresentano tentativi arroganti. Si diventerebbe desolatamente più poveri, più ignoranti riguardo alla percezione di sé. Anche l’amore che finisce sembra trasformarsi in una morte, invece è solo un sipario che cala tra un atto e l’altro della vita. Senza avere la pretesa di insegnare come si fa ad amare, Crepet spiega perché è tanto importante parlarne, in un’epoca in cui si fa educazione alla sessualità e non educazione ai sentimenti. Non si tratta di un banale libro di “auto aiuto” in cui vengono stilate le 10 regole d’oro in amore, anche perché regole non ce ne sono. L’autore scrive con dolcezza, mantenendo però sempre i piedi per terra, è disarmante nella sua semplicità e ciò rende le pagine molto scorrevoli. Pur riconoscendo la natura selvaggia di questo sentimento, ne parla con lucidità: “innamorarsi è scuola di forza e coraggio, non il preambolo della fragilità: questo dovrebbero insegnare gli adulti. Consiglio questa lettura ai romantici, ma anche ai più cinici, perché “l’amore non è calcolo, ma al contrario la necessità di buttare il proprio cuore al di là dell’ostacolo.”
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