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Le tre vite di Arturo Ferraro
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Le tre vite di Arturo Ferraro - Ilaria Tomassini - copertina
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tre vite di Arturo Ferraro

Descrizione


«Arturo Ferraro & C. Srl. La targa in ottone che si affacciava sul corso principale della città scintillava alla luce del giorno. Ogni volta che arrivava al portone si commuoveva come un bambino. Aveva una sede, aveva un nome, ora doveva solo creare una produzione vera e propria. Lui sapeva come vendere la merce. Qualsiasi merce.»

La vertiginosa ascesa economica di Arturo Ferraro è quella di un uomo venuto dal nulla e fedele ad una sola legge: tutto è comprabile, anche la ricchezza, l'amore, il successo. Ma la vita gli dimostra che chi beffa è poi a sua volta beffato e, in un mondo futuro ormai diviso a metà tra ricchi e diseredati, si troverà anche lui. vecchio e stanco, tra gli ultimi. L'unico conforto sarà prendersi cura, nella miseria, di un piccolo migrante e del suo vecchio cane, ricordo di una donna mai dimenticata. Una storia di successo e caduta, intessuta abilmente dall'autrice in un racconto a tre voci, che rappresenta idealmente un'intera umanità sul punto di smarrirsi definitivamente, corrosa dal tarlo del potere e del benessere. Ci sarà un riscatto finale per Ferraro e quelli come lui?
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Dettagli

2017
17 gennaio 2017
237 p., Brossura
9788839716989
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Indice

Le prime frasi del romanzo

Un altro attacco investe la sua già provata resistenza. Si acciglia quando prova a voltarsi su un fianco. Il respiro profondo che emette è simile a un rantolo. Si tocca sorpreso il costato, dove sente dolore, nel vano tentativo di scacciarlo. Tossisce forte dopo aver raschiato la gola. Il grumo denso che sputa ai piedi del letto non lo conforta. Le sigarette di una vita stanno presentando il conto.
‒ Fanculo! ‒ reclama, cercando di tirarsi su.
Le forze gli sono venute a mancare da alcuni mesi, una progressiva e neanche tanto lenta debilitazione lo costringe a sempre più frequenti e lunghe tirate a letto. Riprova appoggiandosi sul gomito destro, ma il movimento rinfocola il dolore al costato. Espettora di nuovo catarro contro l’idea della vecchiaia, contro la condizione della vecchiaia. La piaga sul gomito destro risveglia ogni nervo ipersensibile. Non può fare a meno di lanciare una bestemmia sonora.
‒ Questa non te la perdono ‒ dice rivolgendosi a Dio.
Decide di concentrare lo sforzo e di ignorare i messaggi di allarme che il corpo gli sta inviando: dopo qualche smorfia di disgusto, riesce finalmente a mettersi seduto.
‒ Sembra difficile anche respirare.
Con i piedi perlustra il pavimento alla ricerca delle ciabatte, ne trova una e la infila. Prima di preoccuparsi dell’altra, si passa una mano sulla barba ispida: è vero, è giorno di rasoio.
Da fuori arrivano i rumori del mercato settimanale, con la poca gente rimasta che si accalca ai banchi improvvisati e i venditori, sempre di meno e sempre più inaffidabili, che mostrano le loro mercanzie. Ha sincronizzato il taglio settimanale della barba con il mercato, in modo da non dimenticarselo. Ma se anche se lo dimenticasse…
Senza pensarci, infila la seconda ciabatta. Ora gli rimane lo sforzo principale, mettersi in piedi. A questo deve dedicare molta concentrazione, una mossa sbagliata e… È solito contare fino a tre per darsi un tempo, una scadenza da rispettare, anche se, non di rado, allo scoccare del tre non è pronto e allora bara un po’ sul ritmo, oppure torna indietro scalando verso lo zero, anche se lo zero non gli piace. Una questione personale, scaramantica, che non ama divulgare alla piazza.
Il tre lo trova decisamente impreparato, mentalmente non ha condiviso quel conteggio, è partito in maniera automatica, senza il suo convinto benestare. Azzera tutto e prova a concentrarsi per bene. Il rumore di una marmitta fuori uso gli fa perdere la concentrazione, si trova a vagare nella landa del nulla dove spesso cerca rifugio. È un vuoto che gli si spalanca dentro, un’assenza, uno straniamento da se stesso. E siccome non gli dà fastidio perdersi in quel territorio particolare, si lascia trasportare in quell’inerzia.
‒ Brooke! ‒ urla spazientito. ‒ Brooke, dove ti sei cacciata, maledetta bestia?
Non ce la fa proprio a tirarsi su, sembra che i muscoli delle gambe si siano irreversibilmente atrofizzati.
‒ Brooke ‒ piagnucola in modo umiliante. ‒ Traditrice che non sei altro!
Sbatte un pugno sul materasso sollevando una compatta nuvola di polvere. Brooke è una bastardina rachitica che sta con lui da venti anni, anno più anno meno. Aveva provato a sistemarla diverse volte, ma una volta lo sguardo, un’altra volta il guaito l’avevano costretto a desistere.
Hai i giorni contati, aveva sentenziato l’ultima volta, e da quel giorno erano trascorsi altri due anni. Gli è capitato di affezionarsi a quella cagnetta, anche perché è rimasta l’unico essere vivente disposto a concedergli ancora un po’ di compagnia.

Conosci l'autore

Ilaria Tomassini

1977, Terni

nata a Terni nel 1977 ha sempre vissuto a San Gemini. Laureata in filosofia a Perugia nel 2001 con una tesi sul problema del male in Albert Camus, frequenta un master universitario in “Esperto in Cultura d’Impresa” in collaborazione tra la facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia e quella di Economia. Lavora presso un istituto finanziario privato, le sue passioni sono la letteratura e il cinema. Le tre vite di Arturo Ferraro, il suo romanzo di esordio, ha vinto la quinta edizione del Premio letterario La Giara, nel 2016.

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