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Avete presente quei libri che possono rivoluzionarvi da dentro e sconquassarvi tutte le certezze e i preconcetti che vi eravate formati su come dovesse essere scritto o letto un racconto, romanzo eccetera? Ecco, questo potrebbe fare parte della categoria. Scoprire Cortàzar come ho fatto io con la raccolta in questione come con qualunque altra, o con Rayuela, significherà sconvolgervi e farvi chiedere come un mantra "Come ho fatto fino ad oggi senza averlo letto? Come ho fatto fino ad oggi senza..." e via di seguito. I racconti sono straordinari tutti, la maggior parte dei capolavori. Ad onor del vero non sono molti ma "solo" 8. "Autostrada del Sud" è stato il mio primissimo approccio con l'autore argentino ed è nel mio cuore. Mentre lo leggevo ero divertito, in parte prevedevo anche cosa sarebbe successo, altre volte ne ero sorpreso. Ma il finale mi ha sconvolto. Lì ho capito che Cortàzar era qualcosa di più che un bravo scrittore di racconti. Era un maestro. Il secondo racconto, "La salute degli infermi", non ha fatto che rafforzare l'idea. Il resto è stato un percorso in discesa. "Riunione" dimostra che lo scrittore se la cava anche in ambiti realistici e senza l'uso del fantastico, appoggiandosi ad una tecnica di scrittura che definirei maestosa. "La signorina Cora" continua il discorso di cui sopra con cambi di personaggi repentini e monologhi interiori straordinari. "L'isola a mezzogiorno" fa tornare il tutto in un ambito quasi mistico ed ermetico. "Istruzioni per John Howell" aumenta l'angoscia e pare di vedere un film del miglior visionario pari ad un Lynch, con doppi e una sorta di horror psicologico. Con "Tutti i fuochi il fuoco" Cortàzar usa ancora una volta la scrittura come veicolo lanciato ad alta velocità verso vette incredibili, connettendo storie d'amore, odio e morte lontane nel tempo e nello spazio, collegando appunto tutti i fuochi che divampano. E la chiusura affidata a "L'altro cielo" è perfetta. Un capolavoro. Uno dei tanti di questo mito.
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