Le cose dell’amore che non sono amore
di Antonio Bruno
A San Cesario di Lecce sabato 9 maggio Umberto Galimberti ha parlato del suo libro del 2004 Le cose dell’amore.
C’era moltissima gente a riempire letteralmente l’atrio del Palazzo Ducale. Ho ascoltato quello che segue.
L’uomo teme ciò che fa perdere l’ordine e Dioniso collassa l’ordine. L’umano è collegato con la ragione e l’antecedente della ragione è la follia. Lo scenario della follia è abitato da Dio.
L’uomo abita invece lo scenario della ragione.
Quando tu dici “Io faccio cose dell’amore” stai mentendo, perché io non dispone delle cose dell’amore.
Socrate soffriva di attacchi di ATOPIA che viene da Topos che significa luogo. Atopia significa “fuori dal luogo” ovvero dislocazione.
Se vuoi entrare nelle cose dell’amore devi essere nell’atopia.
Ragione e poi sotto di lei la follia e noi siamo diversi per la specifica follia. Nel linguaggio delle cose dell’amore non c’è singolare o plurale ma duale. Con l’atopia entri nelle cose dell’amore.
E “Io non può entrare nelle cose dell’amore” perché “Io” è posseduto delle cose dell’amore. Come la parola entusiasmo che significa dentro di me ho un Dio, e il poeta ha entusiasta dice cose ispirate da Dio e infatti ci si esprime contaminati da adiacenze di significati..
Il Dio è violenza perché non sta nelle regole e nelle cose dell’amore c’è il raptus che significa rapito da cosa altra. Le cose dell’amore sono agitazione sia quando ci avviciniamo con tenerezza che quando ci allontaniamo con sguardo feroce.
La filosofia sa di non sapere. Il filosofo sa di non sapere nulla e che la verità è in ogni uomo. Il filosofo ha EPISTEME (ciò che sta su da solo) ovvero il sapere. Sta su da solo e non si appoggia in base agli effetti o in nome dell’autorità o per la fascinazione.
Acta Erotica le cose dell’amore vengono insegnate da una donna.
La follia è antecedente alla razionalità ed è sede delle cose dell’amore e c’è Afrodite che con Ares (Marte) genera il Dio delle cose dell’amore che sono pulsione sessuale e aggressiva che non appartengono all’io. Platone afferma che le cose dell’amore vivono di mancanza, di povertà (Penia = Povertà , miseria) e tale mancanza genera il desiderio (Epizimia) ovvero aprire un varco tra le stelle.
Nel De Bello Gallico appaiono i desiderantes che passano la notte ad attendere chi non è ritornato. Il desiderio è mancanza e la via d’uscita è rappresentata dalle cose dell’amore e continuiamo a occuparci delle cose dell’amore finchè l’altro ci rimane nascosto, quando dell’altro sappiamo ecco che le cose dell’amore finiscono.
L’altro se vogliamo che sia delle cose dell’amore deve esserci nascosto ed enigmaticamente buio. Tra chi accadono le cose dell’amore?
Tra IO e TU. Io attraverso te scendo nella mia follia così come tu attraversoi me scendi nella tua follia. Condizione sopsistica (Il solipsismo (dal latino solus solo e ipse stesso, ossia "solo se stesso" è la credenza metafisica che l'esistenza in quanto tale sia solo parte degli stati mentali dell'individuo stesso, in altri termini: tutto ciò che esiste è creato dalla o è parte della mia conoscenza).
Nelle cose dell’amore quando l’altro ci lascia diciamo che ci ha portato via l’anima perché se lei non c’è io non posso scendere nella mia follia. Le cose dell’amore è ermeneutiche che significa interpretano traducono il linguaggio degli uomini agli dei.
Le cose dell’amore sonoquelle che mettono in comunicazione l’IO ovvero la ragione con l’inconscio ovvero gli dei il risultato è che le cose dell’amore non generano ma aiutano a generare. Dopo aver avuto accesso alle cose dell’amore l’io non è più quello di prima. Nelle cose dell’amore c’è maieusis, aiuta la generazione dell’io e dopo una storia l’io ha delle tracce che possono essere ornamenti o ferite.
Poi la circostanza che Platone affermava che ognuno di noi è la metà di quello che era in origine, ovvero ognuno di noi è il simbolo di un uomo. Solo che simbolo significa mettere assieme non è invece il segno che praticamente rappresenta qualcosa come Una torre (segno fallico) o una caverna (segno femminile).
C’è qualcosa che manca per fare senso che possiede l’altra metà.
Ciò che ho ascoltato è riferito alle cose dell’amore e tutto quanto detto è quello che l’amore non è, e mi ha arricchito nella conoscenza della cultura Greca e della descrizione della passioni umane consce e inconsce. Nulla a che vedere con Paolo di Tarso e con il suo Inno all’amore dove invece ho trovato una descrizione molto vicina alla mia esperienza e sempre nulla a che vedere agli effetti dell’amore descritti nel Vangelo dalle Beatitudini.
Descrizione
L'eros declinato in tutte le sue "figure". L'attrazione, il corteggiamento, la seduzione, il tradimento, la separazione, la solitudine, l'onanismo. Gli "enigmi dell'amore" rivisitati, alla luce del tempo che chiamiamo nostro, da un grande filosofo morale.
Quarta di copertina
Quando dico 'ti amo' che cosa sto dicendo di preciso? E soprattutto chi parla? Il mio desiderio, la mia idealizzazione, la mia dipendenza, il mio eccesso, la mia follia? E come si trasforma questa parola quando il desiderio si satura, l'idealizzazione delude, la dipendenza si emancipa, l'eccesso si riduce, la follia si estingue? Non c'è parola più equivoca di 'amore' e più intrecciata a tutte quelle altre parole che, per la logica, sono la sua negazione. Tutti, chi più chi meno, abbiamo fatto esperienza che l'amore si nutre di novità, mistero e pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità e la familiarità. Nasce dall'idealizzazione della persona amata di cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l'amore in un affetto privo di passione o nell'amarezza della disillusione. Qui Freud ci pone una domanda: 'Quanta felicità barattiamo in cambio della sicurezza?'." Umberto Galimberti ci consegna un volume (che in parte raccoglie suoi articoli pubblicati dal quotidiano "la Repubblica") in cui l'acutezza del pensiero penetra i meandri del sentimento e del desiderio e il lettore morale registra i mutamenti intervenuti nella modalità di vivere (e patire) le dinamiche dell'attrazione, il patto con l'amato/a, la trama di autenticità e menzogna del rapporto amoroso, i percorsi del piacere (dall'onanismo alla perversione). Sullo sfondo si muove, come un fantasma, continuamente evocato e rimosso, quello che propriamente o impropriamente gli uomini non smettono di chiamare amore.
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Dettagli
- GenereFilosofia
- Editore:Feltrinelli
- Collana:Super universale economica
- Data uscita:28/10/2004
- Pagine:176
- Formato:Tascabile
- Lingua:
- EAN:9788807840487
Parole chiave laFeltrinelli:
amore, SanValentinoBook, psicologia: emozioni, PsicologiaPsicanalisi