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Il Risorgimento comincia a Bologna e altrove con gli studenti.
Sono loro i primi martiri. Giambattista De Rolandis e Luigi
Zamboni studenti bolognesi finiti sulla forca come il napoletano
Emanuele De Deo impiccato nel 1794 mentre riuscì esule
in Corsica e Francia, Filippo Buonarroti, studente pisano,
rei tutti di attività cospirative. Prima e dopo Curtatone la gioventù
degli studenti, generosa, entusiasta, fiduciosa di futuro,
ardita e combattente – un nome per tutti, Goffredo Mameli
studente genovese caduto nella difesa della Repubblica Romana
– fu garibaldina e mazziniana, patriottica per il Risorgimento
e l’Unità. Un contributo non considerato a sufficienza
dagli storici soprattutto per la rarità aleatoria dei documenti.
Emerse dal mercato antiquario, vengono ora alla luce, le eccezionali
testimonianze epistolari di uno studente che scrive
ai suoi di casa con il candore della giovinezza e racconta la
baldoria universitaria torinese e poi la lotta, i disagi e sacrifici
della prima guerra d’indipendenza. La straordinaria testimonianza
storica diventa anche letteraria quando descrive la scapigliata
baraonda degli studenti, focolaio di una letteratura
d’avanguardia.
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